Estate nei rifugi: il “corona pass” serve solo per i dormitori
In Alto Adige la maggior parte delle strutture dispone di camere doppie e la certificazione non è obbligatoria. Lo precisa il presidente Perathoner: «Solo per il pernottamento nei dormitori dei rifugi si deve essere in possesso della certificazione»
BOLZANO. «In linea di massima non è previsto il CoronaPass per i pernottamenti nei rifugi», lo precisa Stefan Perathoner presidente della sezione Rifugi alpini Alto Adige dell'Unione Albergatori e Pubblici Esercenti (HGV).
«Molti altoatesini sono convinti che per il pernottamento in un rifugio sia necessario sempre la certificazione COVID-19 (cioè test, vaccino oppure avvenuta guarigione). Così è stato riportato da molti media e spiegato sul sito ufficiale dell'Amministrazione provinciale. Questa condizione rappresenta un ostacolo per molti ospiti oltre ai maggiori costi». In base alla nuova ordinanza del Presidente della Provincia si evince che in linea di massima non è previsto il CoronaPass per i pernottamenti nei rifugi. «Solo per il pernottamento nei dormitori dei rifugi si deve essere in possesso della certificazione COVID-19 dell'UE», precisa il direttore dell'HGV Thomas Gruber. Visto che la maggior parte dei rifugi, che vengono gestiti da privati proprietari, e sono raggruppati all'interno dell'HGV, dispone di camere doppie e non dormitori, dove pernottano gruppi di persone non della stessa famiglia, il possesso della certificazione COVID-19 comunque non è un obbligo, per chi vuole trascorrere una notte su un rifugio.
Per la sezione Rifugi alpini Alto Adige dell'HGV la sicurezza rimane fondamentale. «Per questo motivo ogni rifugio si impegna a seguire rigidamente le disposizioni anti COVID. Gli ospiti, che non sono in possesso della certificazione verde COVID-19 europea, hanno la possibilità di effettuare nei rifugi un test rapido per poter pernottare nei domitori. Possiamo contare sul sostegno del HGV, che ci mette a disposizione i test nasali», informa Perathoner in una nota.