«Bacino artificiale sul Bondone, ci sono alternative alla devastazione delle Viote»
Marco Ianes, storica voce a sostegno dello sviluppo sostenibile, mette in guardia sui rischi di un intervento considerato molto impattante
TRENTO. Il recupero turistico del Monte Bondone è uno dei temi più inutilmente discussi degli ultimi decenni. Fiumi di parole e tanti progetti mai realizzati, fino a qualche mese fa quando dal Comune è stato lanciato il progetto di una funivia di collegamento col Monte Bondone partendo dalla città; mentre dalla Provincia ha presentato quello di un bacino artificiale alle Viote funzionale all’innevamento artigianale.
Siamo di fronte ad una svolta? Non c’è da esserne certi anche perché quando le questioni diventano politiche, le soluzioni si allontanano. Di domenica scorsa la manifestazione promossa da quasi trenta associazioni ambientaliste contro uno sfruttamento della montagna in chiave turistica senza tener conto del cambiamento ambientale. Di pochi giorni fa l’intervento del leghista Bisesti a supporto della realizzazione del bacino artificiale al quale risponde Marco Ianes, verde della prima ora sempre in prima linea con contestazioni tecniche, e che a proposito del bacino artificiale afferma: “Come si concilia lo “sviluppo sostenibile” con la creazione di un bacino che richiede: due anni di scavi e rinterri; posa di volumi enormi di cementificazione per creare, appunto il bacino; posa di tubazioni per chilometri, anche qui scavi e rinterri; alterazione del microclima, dovuti sia ai lavori, sia poi successivamente alla presenza di una quantità di acqua che accumula e rilascia calore, alterando le condizioni attuali che sono alimentati dalla flora; alterazione dell’habitat per la fauna selvatica presente, dai galli forcelli, alla miriade di altri uccelli e animali, durante le lavorazioni. Ma evidentemente nel concetto di “sviluppo sostenibile” di chi rappresenta la maggior forza di governo provinciale questi parametri sono banali e non rientrano nella valutazione. Il biotopo delle Viote è un unicum europeo e invito l’illustre consigliere a documentarsi bene su questo; nessuno vuole impedire uno sviluppo davvero sostenibile, ma si possono e si devono considerare alternative alla devastazione delle Viote. Ai politici che governano consiglio di vedere al di là del facile consenso ottenibile dagli operatori del Bondone, promettendo il bacino e impianti stratosferici; imparate a leggere e studiare l’evoluzione climatica e capirete che non possiamo più perseguire la strada dello sfruttamento a tutti i costi. La transizione ecologica deve passare, velocemente, dalla transizione politica e per questo servono le analisi critiche portate da chi va in marcia per evidenziare un problema. In conclusione, sarà battaglia politica e civica su questo tema, poiché è chiaro che le visioni e le idee sono contrastanti e si vuole perseguire a tutti i costi lo sfruttamento sconsiderato della piana delle Viote”.
Sul tema la posizione del Comune è defilata, forse anche per evitare che bacino artificiale e funivia portino a troppa “pressione” sui cittadini: “Riguardo al bacino artificiale sul Monte Bondone, l’Amministrazione comunale ha deciso che la valutazione riguardo all’eventuale localizzazione dovrà essere fatta alla luce dei risultati dello studio di ricerca affidato all’università, all’interno del progetto Unicittà, e al Muse, ente che ben conosce il territorio avendo una sede in loco e che vanta un’esperienza in campo ambientale di assoluta eccellenza. A indagine conclusa, dati alla mano, sarà possibile valutare la possibile localizzazione del bacino sia in base all’impatto dell’opera sull’ecosistema montano, sia considerando gli scenari climatici dei prossimi decenni”.