Tragedia del lago di Garda, il manager tedesco sulla tomba di Umberto Garzarella. Il papà: «Ha chiesto scusa, ma non lo perdono»
Christian Teissman ha incontrato al cimitero di Salò Enzo Garzarella nel giorno del compleanno del figlio Umberto: «Mi ha detto che ha due bambini piccoli e ha portato un mazzo di rose bianche»
LA CRONACA Umberto e Greta, uccisi di notte sul lago di Garda
IL PROCESSO Le testimonianze: "Nella camera dei due tedeschi un forte odore di alcol"
LA PETIZIONE L'ex pornostar Sasha Grey e quelle 125.000 firme
LAGO DI GARDA. Domenica, nel cimitero di Salò sulla tomba di suo figlio Umberto Garzarella, che il 19 dicembre avrebbe compiuto 37 anni, Enzo Garzarella ha incontrato Christian Teismann, uno dei due uomini accusati della morte del ragazzo, morto in estate con la 24enne Greta Nedrotti, in un incidente nautico sulle acque del Lago di Garda. Teismann è un manager tedesco, attualmente vicepresidente del colosso dei computer Lenovo.
Si è trattato di un'ora intensa davanti alla lapide di Umberto. «È stato un momento emotivamente molto pesante, devastante», ha raccontato Garzarella.
Uno dei due a bordo del motoscafo che travolse la barca su cui erano i due giovani, Patrick Kassen, Garzarella lo aveva incrociato a ogni udienza del processo in corso. Christian Teismann a Brescia, invece, non si era mai fatto vedere.
«Vorrei che Teismann venisse domenica al cimitero a portare un ricordo per Umberto, per onorare la memoria di mio figlio e di Greta», aveva fatto sapere il padre di Umberto e l'incontro è avvenuto, preceduto da uno scambio di messaggi tra i legali del tedesco e quelli della famiglia del 37enne bresciano.
Al cimitero Garzarella non era solo. «Con me c'era la mia compagna Paola che mi ha dato la forza perché senza di lei non sarei mai riuscito a reggere il peso e che oggi è il mio riferimento», ha raccontato.
«Teismann si è presentato con un mazzo di rose bianche, ma sono particolari ai quali non ho badato. Volevo guardarlo negli occhi, volevo fissare chi mi ha ucciso il figlio e capire cosa potesse provare. Mi sono trovato davanti una persona diversa da quello che mi ero immaginato e che avevo conosciuto solo dagli atteggiamenti successivi all'incidente e dalle carte del processo.
Non perdono, non lo posso fare, ma gli riconosco di avere avuto il coraggio di metterci la faccia davanti alla tomba di Umberto. Mi ha detto che ha due bambini piccoli. E mi ha chiesto scusa. Si, mi ha detto scusa e spero sia stato sincero», ha concluso Enzo Garzarella.