lago di garda

Pesce siluro e pesca di frodo i problemi del lago di Garda

Parla Filippo Gavazzoni, vicepresidente della Comunità del Garda e assessore al Comune di Peschiera (foto tema Ansa)


di Daniele Peretti


PESCHIERA. La cattura di un pesce siluro femmina che si è fatto tranquillamente avvicinare a 9 metri di profondità della quale abbiamo scritto domenica, ha innescato un partecipato dibattito sullo stato attuale della pesca nel Basso Garda evidenziando non solo la criticità legata ai pesci predatori, ma anche alla pesca di frodo ed alla mancanza di una regolamentazione allargata sia alla pesca sportiva che a quella professionale.

Ne parliamo con Filippo Gavazzoni vicepresidente della Comunità del Garda nonché assessore al Comune di Peschiera. “La prima catalogazione ufficiale del pesce siluro è del 1988 quando furono pescati alcuni esemplari sui 3 chili insieme alle anguille catturate nelle reti dei pescatori della Cooperativa Lugana. Nel 1995 è stato catturato il primo esemplare nella parte nord del lago, ovvero alle foci del fiume Sarca. In pratica in 7 anni il pesce siluro era riuscito a colonizzare il lago acclimatandosi alle basse temperature”. Da dov’è arrivato ? “Il pesce siluro non è la sola specie alloctona presente nel Lago di Garda, ma insieme al Black Bass ed al Persico Sole potrebbe essere arrivato risalendo le correnti dei fiumi e dei bacini afferenti il Po e quindi tramite il Mincio entrare nel lago. C’è da dire che per il Siluro potrebbe essere un’ipotesi meno percorribile considerando la costruzione della diga nel 1960 che di fatto ha impedito la risalita delle acque.” Potrebbe quindi essere arrivato insieme ai pesci immessi nel lago’ “L’ipotesi più plausibile è che sia arrivato insieme alle anguille che si era iniziato ad immettere dopo la costruzione della diga”. Il Siluro è una specie molto resistente, in grado di sopravvivere in acque a bassa concentrazione di ossigeno, ad elevata torbidità e anche inquinate. Ma non solo, l’aumento delle temperature dei corsi d’acqua e i repentini cali idrici per siccità, come quello che stiamo vivendo adesso per esempio, danneggiano pesantemente l’ittiofauna e l’habitat, ma il Siluro possiede “armi” per adattarsi quasi ad ogni condizione, prevalendo così su altre specie. Inoltre si accresce velocemente, raggiungendo nei luoghi d’origine la lunghezza di circa 40 cm al primo anno di vita, 1 metro entro il quinto anno e 2 metri in circa 15 anni. Non si ciba di soli pesci, ma anche di topi, ma anche di uccelli, rane e nutrie. Quali possono essere le possibili contromisure che si possono adottare? “Alla Regione Veneto abbiamo chiesto le linee guida per il monitoraggio che potrebbe portare ad un’azione di contenimento che però in un contesto come quello del Lago di Garda sarebbe praticamente impossibile. Ma di certo qualcosa dovremo fare”.

La discussione sul pesce siluro ha aperto anche alla questione della pesca di frodo. “Un altro problema al quale si potrà far fronte col progetto proposto dal tavolo di lavoro interregionale ora al vaglio delle Regioni interessate. Il bracconaggio è dato dalla pesca con reti non conformi o nei periodi vietati attuato da pescatori che giocano sul fatto che i controlli non sono sufficientemente frequenti. Questo sarà un intervento che andremo ad intensificare”. Quello dell’aspetto ittico del Lago di Garda è di certo un problema che va affrontato, ma per trovare una soluzione vincente è necessario un intervento comune attuato da tutte le province interessate.













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