Il caso

La ciclovia del Garda è sempre più un caso politico

Doppia interrogazione alla Camera e al Senato per chiedere una alternativa al progetto considerato rischioso e dannoso per l’ambiente


Daniele Peretti


LAGO DI GARDA. La ciclovia del Garda sta diventando sempre più un caso politico.

Ultimo in ordine di tempo, è l’intervento della deputata Eleonora Evi (Alleanza Verdi Sinistra della quale è anche coportavoce) che la definisce insostenibile e rischiosa e priva della necessaria condivisione col territorio. Il suo interrogativo? “Perchè ogni progetto in Italia anche quando si tratta di ciclovie, dev’essere realizzato in spregio ai criteri di sostenibilità e danneggiando aree di grande valore culturale e naturalistico?”.

Le criticità sono ormai note e partono dal presupposto che si sta lavorando in aree classificate ad alto rischio geologico con pericolo di caduta massi e frane frequenti. Un contesto per il quale si possono ipotizzare alti costi di manutenzione, ma anche un’alta esposizione al rischio. In attesa del pronunciamento della Procura della Corte dei Conti di Trento, la senatrice Aurora Florida ha presentato un’interrogazione al Governo sia in Senato che alla Camera con la quale si chiede di valutare le alternative e di sostituire i tratti più pericolosi per la sicurezza degli utenti e di inestimabile valore paesaggistico e naturalistico, con la soluzione del trasporto integrato e intermodale attraverso l’uso combinato della ciclabilità con battelli elettrici ed ecologico, sempre più diffusi.













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