Il mistero della schiuma bianca nel lago di Garda
L’allarme del Wwf dopo numerose segnalazioni di cittadini preoccupati: «Scie lunghissime, come non si erano mai viste. All’origine potrebbero esserci cause naturali o artificiali»
LAGO DI GARDA. Il lago di Garda è invaso da una misteriosa schiuma bianca come «non si era mai visto».
A denunciarlo è il Wwf che lancia l’allarme parlando di numerose segnalazioni da parte di cittadini preoccupati, sia nella zona nord che nella zona sud del lago.
«Scie lunghissime di schiuma nel lago di Garda non se ne erano mai viste o almeno non risultano essere mai state segnalate in questi anni.
Dall'alto al basso lago segnalazioni di schiuma persistente che desta preoccupazione», scrive il Wwf di Brescia.
Alcuni chiarimenti. Ci sono cause naturali o artificiali, in ogni caso la parola "naturale" non sempre è una cosa rassicurante e positiva.
Il formarsi di schiuma spesso è causato da eventi "naturali" per effetto di sostanze tensioattive di origine naturale e a volte anche di origine sintetica.
I tensioattivi naturali vengono liberati durante la decomposizione di materiali organici (alghe, piante acquatiche, foglie cadute, insetti, uova dei pesci) o sono immesse mediante lo scarico di acque reflue o di liquami.
Spesso le piogge provocano il dilavamento dei suoli, dei versanti e dei campi coltivati trasportano verso i corsi d'acqua le sostanze inquinanti come prodotti usati in agricoltura e/o anche sostanze naturali in decomposizione.
Purtroppo anche tutti gli scarichi con acque miste, cioè acque reflue urbane non separate immettono nel bacino quantità elevate di inquinanti e incrementano la quota di sostanze organiche che favoriscono la crescita di microorganismi e di fioriture algali e il conseguente crearsi di schiume.
Invitiamo i cittadini a continuare a segnalare ad Arpa e/o ai vigili urbani eventuali presenze di schiume per non correre il rischio di sottovalutare eventuali fenomeni di inquinamento dei quali le schiume stesse possono essere solo la manifestazione più visibile», conclude il Wwf.