Il Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda chiede l'immediata sospensione dei lavori della ciclovia
Non solo Italia Nostra, ma anche il Coordinamento
Interregionale per la Tutela del Garda, interviene in merito ai rischi che avrebbe corso la ciclabile se fosse già stata percorribile al momento della frana di Tremosine
LAGO DI GARDA. Non solo Italia Nostra, ma anche il Coordinamento
Interregionale per la Tutela del Garda, interviene in merito ai rischi
che avrebbe corso la ciclabile se fosse già stata percorribile al
momento della frana di Tremosine, senza mezzi termini afferma: De
profundis per la ciclovia a sbalzo. La frana di sabato scorso ha
interessato proprio il tratto nel quale sarebbe prevista la ciclovia a
sbalzo e per il Coordinamento desta maggiore preoccupazione il fatto
che sia avvenuta in condizioni atmosferiche del tutto normali a
conferma di quanto più volte affermato e cioè che la roccia delle
sponde del Garda non offre sufficienti margini di sicurezza.
Il Coordinamento ricorda come l’infrastruttura della ciclopedonale
dovrebbe essere costruita agganciandola prevalentemente al lato della
strada 45bis nuova o vecchia che sia, con una sporgenza dalla roccia
di 5 metri esponendo i futuri utenti a notevoli rischi.
«Si leggono affermazioni - riporta la nota del Coordinamento - importanti in
documenti ufficiali della Provincia Autonoma di Trento: ‘Nel caso di
avvenimenti straordinari quali ad esempio il distacco di roccia, sarà
possibile ricorrere all’intermodalità locale. Non è infatti
sostenibile introdurre delle ulteriori opere per gestire dei fenomeni
imprevisti e di natura straordinaria’. ‘‘Le barriere elencate sono da
sostituire non tanto per mettere in sicurezza la strada statale (che
in assenza di modifiche del carico antropico presenta un livello di
sicurezza accettabile), ma per effetto del maggior carico antropico
che la nuova ciclovia del Garda porterà. Quindi si chiarisce che tali
barriere sono necessarie per mettere in sicurezza la nuova ciclovia».
Le alternative? Per il Comitato prima di tutto la navigazione con
battello; considerando che le opere di difesa possono mitigare il
rischio, ma non eliminarlo.
Quelle progettate sono calibrate su eventi di media portata e non potrebbero reggere una frana delle dimensioni come quella di sabato. Infine la ciclovia incrementa il carico antropico sulla gardesana e ciò in contrasto con il Piano Urbanistico Provinciale che non lo consente in aree a rischio geologico elevato.
Il Coordinamento chiede l’immediata sospensione della costruzione del
tratto "Unità Funzionale 3.1" 98 metri al costo preventivato di 2,6
milioni di euro, investendo quella cifra sull’alternativa via acqua.