Coordinamento tutela del Garda: «Sospensione immediata della ciclovia»
Da novembre 2023 ad oggi ci sono state in particolare nell'Alto Garda una decina di frane, l’ultima solo ieri, 8 marzo. Il Coordinamento chiede un ripensamento dell’opera
RISCHI. Il "No" del Coordinamento
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TRENTO. Dopo la frana caduta ieri sera sulla Ss45, il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda "chiede ancora con più forza la sospensione immediata della ciclovia nel tratto trentino e il fermo dei lavori della u.f. 3.1 che costa € 2.620.000 per 98m".
"Non si può essere garanti della sicurezza nel tratto trentino della gardesana Occidentale, in zona geologica p4 con massimo livello di rischio visto che la strada-sentiero del Ponale è esattamente sopra la prevista ciclovia del Garda e la roccia in cui è stata scavata la Ponale è la stessa su cui si vuole agganciare la passerella a sbalzo della stessa ciclovia", scrive il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda in una nota. "Dal 1982 ad oggi ci sono state 27 frane. Nell'ultimo decennio la media delle frane si è abbassata da 1,6 a 1,2 frane all'anno. Da novembre 2023 ad oggi ci sono state in Trentino, e in particolare nell'Alto Garda, 10 frane: due frane al mese! Siamo certi che la perizia geologica che accompagna il progetto sia ancora valida? La sicurezza delle persone deve venire prima di ogni altra velleità turistica; la ciclovia in zona di massimo livello di rischio deve essere ripensata", conclude il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda.