Turisti in montagna a Natale, Coldiretti preoccupata per la stretta ai viaggi
Il presidente di Coldiretti Trentino Barbacovi: “I nostri paesi meta privilegiata in questo momento di pandemia”
LE NUOVE REGOLE. Test antigenico entro 24 ore e quarantena per i non vaccinati
TRENTO. "Un numero crescente di italiani sta pensando di rimanere in patria organizzando una vacanza di prossimità e la montagna rimane la meta privilegiata, con una costante crescita delle ferie a km zero soprattutto nei piccoli borghi".
Così il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi commenta la stretta alle frontiere che riguarda anche 6 milioni di viaggiatori stranieri che nell’ultimo anno prima della pandemia sono arrivati in Italia in prossimità delle feste di Natale e Capodanno.
Il dato è stimato dalla Coldiretti sulla base dei dati di Bankitalia a dicembre dopo l’annuncio dell’ordinanza del Ministro delle Salute Roberto Speranza sull’obbligo di quarantena ai non vaccinati e tampone obbligatorio per chi è immunizzato per poter entrare in Italia.
"I paesi di montagna -continua Barbacovi- consentono di coniugare la voglia di tranquillità con la possibilità di godere di spazi di libertà più ampi lontano dalle città o dai luoghi turistici più affollati. Questo fenomeno è favorito anche dalla diffusione capillare dei tanti piccoli comuni Trentino Alto Adige che incrementa la capacità di offrire un importante patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico".
Come detto, la misura del Governo che riguarda anche gli italiani al rientro nel Belpaese e scoraggia ulteriormente le vacanze all’estero dei circa 800mila connazionali che le avevano programmate quest’anno per Natale e Capodanno, comunque il 58% in meno rispetto a prima della pandemia. La diffusione della variante Omicron spinge a dire addio alle grandi capitali europee e alle destinazioni più lontane ma provoca anche una diffusa incertezza che – sottolinea la Coldiretti – sta facendo posticipare prenotazioni e programmi.
A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto – rileva Coldiretti – una rete composta da 24mila strutture agrituristiche con 253mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola, secondo l’analisi di Campagna Amica e Terranostra. Gli agriturismi – sottolinea la Coldiretti – spesso situati in zone isolate della montagna o della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile, nell’estate del covid, garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.
Ma l’interesse dei turisti per i piccoli centri è importante – continua Coldiretti – anche per la ricerca del buon cibo con il 16% dei vacanzieri che intende partecipare ad eventi gastronomici che aiutano a salvare una parte consistente del patrimonio agroalimentare Made in Italy a partire dai 5333 prodotti alimentari tradizionali coltivati da generazioni dagli agricoltori che non hanno solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale ma garantiscono la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate. Non a caso il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.