il caso

Non dà la mano ad avversaria russa: squalificata schermitrice ucraina

La vicenda nella sfida dei 32/i di finale dei mondiali di scherma in corso a Milano. Il regolamento prevede il saluto a fine gara. «Smirnova ha perso e ha deciso di giocare sporco», ha scritto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba



MILANO. Il primo confronto diretto tra una atleta ucraina e una russa dallo scoppio della guerra non poteva che finire tra polemiche, accuse e controaccuse. Così la sfida tra le schermitrici Olga Kharlan e Anna Smirnova, nei 32/i di finale del tabellone della sciabola donne – in corso AllianzMiCo di Milano - si porta dietro una scia di critiche che va ben oltre il risultato sportivo e che potrebbe avere anche effetti a lungo raggio.

Tutto ruota intorno al mancato saluto da parte di Kharlan nei confronti di Smirnova, dopo la sfida in cui l'ucraina si era imposta per 15-7, che ha generato uno scontro diventato presto anche politico. In mattinata, infatti, il tabellone aveva messo di fronte le due sfidanti. Tutto è filato liscio durante la sfida, con il tifo sulle tribune anche del compagno dell'ucraina, l'italiano Luigi Samele. Concluso l'incontro, però, il fattaccio: Smirnova ha teso la mano per stringerla all'avversaria, mentre Kharlan ha esposto la sciabola senza contraccambiare il saluto formale (come era permesso nel protocollo Covid). A quel punto è scattata la protesta della Smirnova, che è rimasta per 45 minuti immobile in pedana, andandosene solo dopo un colloquio con un delegato Fie.
Al centro, infatti, c'è il regolamento della stessa federazione internazionale, che obbliga gli atleti al saluto al termine della gara.

Sembrava tutto finito, tanto che il tabellone indicava già la sfida tra la Kharlan e la bulgara Ilieva. Pochi minuti prima di questo incontro, però, sullo stesso tabellone accanto al nome dell'ucraina è comparsa la scritta "esclusa", con la bulgara passata così al turno successivo. Un giallo che poi ha così spiegato la stessa Kharlan: «Mi ero già scaldata per il match successivo quando qualcuno è venuto da me e mi ha detto che volevano parlare. C'era il direttore del torneo e un arbitro, e mi hanno detto 'ti daranno un cartellino nero"», le sue parole. «Penso che abbiate visto tutto, l'unica cosa che non ho voluto fare era stringerle mano, ero convinta di avere questa possibilità. Le ho proposto di fare il saluto con la lama ma lei non voleva, e l'arbitro e qualcuno della direzione torneo mi hanno detto di andare via. È molto crudele per tutti, il sistema, questa federazione, sta uccidendo tutti, anche gli arbitri».

Accuse indirizzate anche alla Fie, che prima dello scoppio della guerra era guidato dall'oligarca russo Usmanov (vicino a Putin) e ora ha al vertice il greco Katsiadakis, ex segretario generale dello stesso Usmanov. E non è mancato anche lo sfogo del compagno della sciabolatrice ucraina, Luigi Samele: «Oggi mi vergogno di far parte di questo sistema».
«Il regolamento dice che alla fine del match gli atleti devono darsi la mano e salutarsi con l'arma. Il rifiuto di compiere uno di questi due gesti comporta la penalizzazione», ha invece spiegato il presidente della Fis e membro dell'Esecutivo Fie, Paolo Azzi.
Il caso ha avuto risvolti anche politici. «Smirnova ha perso e ha deciso di giocare sporco: i russi si comportano così anche sul campo di battaglia», ha scritto il ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba su Twitter.

E sul tema è intervenuto anche Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, che ha pubblicato una foto della Smirnova che posa sorridente con un soldato russo: «Come si può vedere, la schermitrice russa ammira apertamente l'esercito di Mosca che sta uccidendo gli ucraini e distruggendo le nostre città».













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