Kellogg, Trump pronto a raddoppiare sanzioni contro Mosca

'Sia l'Ucraina sia la Russia dovranno fare concessioni'

ROMA


(ANSA) - ROMA, 07 FEB - Donald Trump è pronto a raddoppiare le sanzioni Usa alla Russia per porre fine alla sua guerra contro l'Ucraina: lo ha detto in un'intervista al New York Post Keith Kellogg, inviato speciale Usa per il conflitto in Ucraina, aggiungendo che sia Kiev che Mosca dovranno fare delle concessioni per porre fine alle uccisioni "di portata industriale" causate dal conflitto. Per Kellogg, l'applicazione delle sanzioni alla Russia è "solo circa un tre" su una scala da uno a 10 su quanto possa essere dolorosa la pressione economica. "Si potrebbero specialmente le sanzioni che prendono di mira la produzione e le esportazioni di petrolio". "Se c'è qualcuno che capisce cos'è la leva finanziaria, è il presidente Trump, e lo si può vedere da ciò che ha fatto di recente", ha affermato l'inviato Usa. Giovedì scorso Trump ha riunito il suo "team completo" di consiglieri e membri del gabinetto concentrati sulla sicurezza nazionale, dal vicepresidente JD Vance al segretario al Tesoro Scott Bessent, ;;nello Studio Ovale, dove Kellogg ha detto che hanno discusso su come usare tutti gli elementi del potere nazionale per porre fine alla guerra. L'obiettivo è porre fine alla violenza prima di negoziare i complessi accordi di pace, perché "non si può uscire da questa guerra uccidendo", data la mancanza di interesse della Russia nell'impedire ingenti perdite delle proprie truppe. "Per la Russia, questo è in un certo senso nel loro dna nelle operazioni militari: fondamentalmente, sei in una lotta di logoramento", ha detto. "Se guardi alla storia, non vorresti mai entrare in una lotta di logoramento con i russi, perché è così che combattono. Ci sono abituati. Voglio dire, questo è un paese che era disposto a perdere, e lo ha fatto, 700.000 uomini nella battaglia di Stalingrado in sei mesi, e non ha battuto ciglio", osserva l'ex generale Usa. "E quindi - spiega - la pressione non può essere solo militare. Bisogna fare pressione economica, bisogna fare pressione diplomatica, qualche tipo di pressione militare". (ANSA).













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