Il premio Nobel San Suu Kyi condannata a 5 anni per corruzione
La politica dal primo febbraio 2021, giorno del golpe militare che rovesciò il suo governo, è detenuta ai domiciliari
YANGON. Un tribunale della giunta birmana ha condannato oggi, 27 aprile, Aung San Suu Kyi a cinque anni di reclusione per corruzione: la sentenza fa parte di una raffica di procedimenti penali a carico dell'ex leader, che rischia così di rimanere in carcere per decenni.
In quest'ultimo caso, la premio Nobel (che è ai domiciliari dal giorno del golpe) era stata accusata di aver accettato una tangente di 600.000 dollari in contanti e lingotti d'oro.
Il dibattimento è stato chiuso al pubblico e agli avvocati della premio Nobel per la pace è stato vietato parlare con i giornalisti e con le organizzazioni internazionali.
Contro la vincitrice delle elezioni del 2015 e del 2020 pendono numerose accuse, dalla violazione di una legge sui segreti di Stato che risale all'epoca coloniale alla frode elettorale, dalla sedizione alla corrusione. Al termine dei procedimenti giudiziari che secondo gli osservatori mirano soltanto ad escluderla definitivamente dalla vita politica rischia di essere condannata a decine e decine di anni di carcere.