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I profughi iniziano a lasciare l'Italia: «Torniamo a casa». Dopo il discorso di Putin

A tre mesi dall'inizio della guerra, molti dei profughi ucraini che sono giunti in Italia ora cominciano a tornare a casa: «L’inversione di tendenza dopo le parole di Putin del 9 maggio, quando molti si aspettavano l’annuncio della guerra totale e invece così non è stato»


Simona Tagliaventi


ROMA. Sono partiti in fretta come si fa sotto le bombe, non portandosi nulla se non la paura, pur di salvare la propria vita. I grandi hanno lasciato le case, le attività lavorative, i piccoli la scuola e i giocattoli. Le abitudini invece sono state costrette a lasciarle tutti. Ma a tre mesi dall'inizio della guerra, molti dei profughi ucraini che sono giunti in Italia ora cominciano a tornare a casa. «L'inversione di tendenza - spiega Oles Horodetskyy, presidente dell'associazione Cristiani ucraini in Italia - è avvenuta dopo il discorso di Putin del 9 maggio. In molti si aspettavano l'annuncio di una guerra ancora più spietata, totale, ma questo non è avvenuto».

Il flusso in ingresso in Ucraina attraverso il confine occidentale dopo il 9 maggio per il quinto giorno consecutivo ha superato infatti il flusso in uscita e l'afflusso netto totale in Ucraina in questi giorni è stato di 31mila persone, un record dall'inizio della guerra, secondo quanto riferisce Interfax Ukraine; secondo il Servizio della Guardia di frontiera di Stato, il 14 maggio più di 37.000 persone hanno lasciato l'Ucraina rispetto ai 34.000 del giorno prima, mentre il numero di arrivi nel Paese è stato di quasi 46.000 contro i 40.000 di sabato. «Questo anche perché l'Ucraina Centrale e quella Occidentale sono più sicure», commenta Horodetskyy.

Anche Fabio Prevedello, presidente dell'associazione nazionale Italia-Ucraina Maidan, ha notato che molti stanno tornando a casa: «Si parla del 5-7% per il momento. Abbiamo visto anche noi, con i pullman con cui andiamo a prendere le persone, che qualcuno ci chiede di essere accompagnato a casa. Abbiamo incrociato persone che stavano rientrando anche dalle frontiere. Tutti sono molto pronti a tornare in Ucraina, molti stanno già preparando le valigie ma al momento la situazione è ancora abbastanza limitata. Se continuerà così nel giro di qualche settimana assisteremo a un numero di partenze molto consistente».

Un trend confermato anche da Mykhaylo Dolya, proprietario dell'azienda "Tarko Tranc", bus di linea che partono dall'Ucraina ogni mercoledì e venerdì e dall'Italia ogni sabato e domenica: «In uno degli ultimi viaggi ho portato in Italia 20 ucraini, erano invece 50 quelli diretti in Ucraina, in un altro 7 arrivavano in Italia e 35 tornavano a casa».

Dati del Viminale alla mano, sono 115.342 gli ucraini arrivati finora in Italia: 60.085 donne, 16.093 uomini e 39.164 minori. Le destinazioni principali sono Milano, Roma, Napoli e Bologna. Di questi, sono circa 85mila quelli che hanno richiesto un permesso temporaneo e quasi 28mila quelli che hanno fatto domanda per il contributo di sostentamento di circa 300 euro per ogni adulto e 150 per ogni minore. «A tal proposito - aggiunge Horodetskyy - voglio segnalare che ho personalmente accompagnato un ragazzo a richiedere il contributo e gli è stato fissato l'appuntamento per il 12 luglio. Chi non ha mezzi di sussistenza è normale che decida di tornare a casa».













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