Cedu, 'Italia pone a rischio vita abitanti Terra dei Fuochi'

Sentenza Corte Strasburgo. Ricorrenti, 'ora lo Stato intervenga'

NAPOLI


(ANSA) - NAPOLI, 30 GEN - Le autorità italiane mettono a rischio la vita degli abitanti della Terra dei Fuochi, l'area tra le province di Napoli e Caserta inquinata per decenni da interramento di rifiuti tossici, discariche abusive e roghi di immondizia. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani, accogliendo parte delle decine di ricorsi presentati a Strasburgo da residenti e associazioni del territorio: ora l'Italia ha due anni per introdurre misure che risolvano l'emergenza in un territorio dove l'impennata di malattie gravi e decessi è stata confermata anche da studi scientifici ufficiali. La Corte ha riconosciuto un rischio di morte "sufficientemente grave, reale e accertabile", che può essere qualificato come "imminente". Per i giudici, tra l'altro, è mancata una "comunicazione completa e accessibile, per informare il pubblico in modo proattivo sui rischi potenziali o reali per la salute e sulle azioni intraprese per gestire tali rischi. Anzi, alcune informazioni sono state coperte per lunghi periodi dal segreto di Stato", scrive la Cedu con riferimento alle dichiarazioni che il pentito Carmine Schiavone rese già nel 1997 alla Commissione ecomafie sull'interramento dei rifiuti tossici ("Entro vent'anni rischiano tutti di morire"), desecretate solo nel 2013. Il primo a esultare oggi è il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, da sempre in prima linea nelle proteste per la bonifica: "Quante calunnie abbiamo dovuto subire; quante minacce, derisioni, offese". Grande soddisfazione, venata di amarezza, per i ricorrenti che dedicano la sentenza alla memoria delle vittime dell'inquinamento. (ANSA).













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