C. conti, sovraffollamento carceri rende la pena una vendetta

'Risorse per rendere istituti più vivibili non sono spreco'

ROMA


(ANSA) - ROMA, 28 GIU - "Le risorse pubbliche costruttivamente utilizzate per creare condizioni di vita più umane nelle carceri, nella prospettiva di un reale reinserimento, non sono sprecate, ma ben impiegate per garantire la sicurezza di tutti". E' quanto si legge nella memoria del Procuratore generale della Corte di conti, Pio Silvestri, nell'ambito del Giudizio sul rendiconto generale dello Stato 2023. La relazione mette in guardia dal sovraffollamento e dalla "cesura dei legami affettivi" negli istituti, che "rischiano di rendere la pena una 'vendetta pubblica', anzichè un momento di riflessione e di ripartenza". Pur riconoscendosi i passi avanti rispetto alle maggior criticità del passato, evidenzia la memoria, "l'universo penitenziario appare ancora oggi espressione di una frattura fra ciò che dovrebbe essere e ciò che in effetti è, di tale entità da preoccupare il Garante (dei detenuti, ndr.), le associazioni e gli stessi operatori che agiscono nell'ambito oggetto di indagine". Il documento del presidente della Corte dei conti, prosegue, "si propone di offrire elementi e spunti di riflessione alle autorità istituzionalmente preposte e all'opinione pubblica, che non deve disinteressarsi di ciò che accade oltre le mura degli istituti di pena, dal momento che le condizioni delle carceri, com'è noto, rappresentano la misura del livello di civiltà di uno Stato. Occuparci del carcere, in definitiva, vuol dire occuparci del livello di salute della nostra democrazia". (ANSA).













Scuola & Ricerca

In primo piano