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Scuola dell’infanzia, scontro sulle ferie: l’ira dei sindacati

I cinque giorni di ferie avrebbero delle condizionalità improponibili per i sindacati, che hanno rifiutato l’accordo proposto dalla Provincia. 

LE RICHIESTE I cinque punti mossi dalla UIL sul tema scuole dell’infanzia 

IL DIALOGO A livello comunale era già stato cercato



TRENTO. Lo scontro tra sindacati e Pat, per la questione scuole dell’infanzia, sembra essere arrivata a un punto di non ritorno: durissima la presa di posizione di FLC CGIL Trentino. Come riportato da Raffaele Meo, segretario dei due sindacati, nelle loro sezioni locali, le ragioni per rifiutare l’accordo proposto dalla Pat sono da cercare, tra le altre cose, nel tema dei “cinque giorni di ferie”, per le insegnanti delle scuole dell’infanzia, proposti dall’assessore Bisesti lo scorso anno.

“I cinque giorni di ferie non sono ‘ulteriori’, sono canonici, nei 32 previsti, ma se calcolati su un calendario esteso a undici mesi, la finestra utile per programmare le ferie si riduce’, ha specificato Meo a riguardo, “Serve garantire ai docenti la possibilità di goderne anche durante l’attività didattica, periodo in cui di norma sono negati”. “Non solo si sono visti aumentare di un mese il calendario, ma anche ridurre e condizionare dal datore di lavoro i 32 giorni di ferie di cui hanno diritto”.

La criticità dell’accordo sarebbe da trovare, seguendo le dichiarazioni dei sindacati, nelle modalità per cui i cinque giorni sarebbero stati proposti: sarebbero fruibili all’insegnate “che ha 180 giorni di lavoro, continuativo, con il massimo di cinque giorni di interruzione per quest’anno, mentre dall’anno prossimo, senza interruzioni”. “Si tratta di premiare chi ha la buona sorte di non incorrere in malattia, o peggio, in lutti o gravi motivi personali, familiari, sanitari”, ha commentato Meo, “La situazione è in conflitto con le ferie come diritto costituzionale, subordina le ferie all’essere sempre presente”.

Seguendo poi la cronistoria del tutto, ricostruita dai sindacati, la proposta dei cinque giorni fu presentata informalmente un anno fa dall’assessore Mirko Bisesti. Successivamente venne aperto, ad Agosto, un tavolo per le negoziazioni, durante il quale i sindacati hanno richiesto il testo della proposta, senza avere però un riscontro positivo. “Data l’indisponibilità dell’Agenzia in questo senso, i vertici del dipartimento Dipartimento Istruzione si assunsero l’impegno di declinare le specifiche richieste in una circolare applicativa – la bozza circolare è arrivata solo alla CGIL, a fine aprile”, hanno precisato i sindacati, che hanno sottolineato poi anche la presenza di aspetti peggiorativi del tutto: “Fruiti i 5 giorni di ferie, se c’è un’assenza, viene a mancare la conditio di continuità, lo stipendio verrebbe di conseguenza decurtato: diventerebbero giorni di congedo non retribuito”.

La misura adottata non sarebbe stata frutto della trattativa tra le parti, ma “di iniziative unilaterali”. Il risultato è che la proposta, in ogni caso, non è ancora attuabile: “Ci auguriamo che si raggiunga una sintesi, che riporti il calendario scolastico a dieci mesi, l’accordo sui cinque giorni di ferie non avrebbe neanche più motivo di esistere”, dicono da FLC CGIL.













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