Martina Grigoletti e la cantina di famiglia, dove nonno Bruno le insegna le tradizioni antiche tra i filari di Nomi e Aldeno
La giovane si è diplomata nel luglio dello scorso anno e ha deciso da subito di affiancare i familiari in cantina, che si chiama come loro, Grigoletti, con una produzione di 60 mila bottiglie
Nomi. Per il tredicesimo anno consecutivo siamo a raccontare le nostre storie di giovani agricoltori: maschi e femmine che hanno scelto liberamente la professione molto impegnativa di imprenditori agricoli, storie spesso affascinanti e importanti.
Con l'augurio che questa sia di buon auspicio iniziamo l'anno con una giovane diciannovenne, di Nomi, figlia d'arte che dopo il percorso in economia, finanza e marketing all'Istituto Fontana di Rovereto, dove è uscita con il massimo del voti e la lode, ha scelto di entrare a tempo pieno nell'azienda di famiglia dove c'è ancora il nonno Bruno che, nonostante i prossimi 86 anni, è ancora in grado di fare pressoché tutti i lavori contadini che comportano gli oltre 6 ettari di vigneti che la famiglia coltiva fra Nomi e Aldeno. Parliamo di Martina Grigoletti, che, conseguito il diploma nel luglio 2023, ha subito affiancato papà Carmelo nella importante fase di commercializzazione delle oltre 60 mila bottiglie di vino che vengono prodotte con l'uva raccolta nei propri vigneti.
Martina, afferma papà Carmelo, è stata il braccio destro nella recente campagna vendite degli ultimi mesi dell'anno, affiancando il padre in tutti i contatti con i clienti in giro per il Trentino. Inoltre, lei si occupa anche dell'accoglienza degli ospiti in cantina assieme a mamma Marica e a nonna Aida.
Perché la scelta di entrare subito in azienda dopo le scuole superiori?
L’entusiasmo, accompagnato dalla mia determinazione, mi ha spinto a impiegare fin da subito le mie forze nell’azienda di famiglia.
Da quando ha iniziato?
Possiedo il ricordo a trecentosessanta gradi della vita in azienda fin da piccola: ho imparato accanto al nonno i suoi gesti in campagna, primo fra tutti quello di legare le viti con le “strope” e ho poi avuto modo di affiancare mia mamma durante la visita dei gruppi esteri che arrivavano in cantina, cosa che tuttora porto avanti.
Con che ruolo è entrata in azienda?
Il mio ruolo prevalente è quello legato alla comunicazione della nostra filosofia familiare e qualitativa del vino che produciamo unicamente dalla nostra uva. Curo i profili social mostrando ai nostri clienti ciò che quotidianamente ci tiene impegnati in vigneto e in cantina. Pongo poi particolare attenzione alle webcam che abbiamo in collegamento dalla campagna alla cantina, mostrando a chi viene a trovarci tutta la nostra vita, che poi coincide con la nostra attività lavorativa.
Quali sono i suoi progetti futuri?
In futuro, vorrei far conoscere il nostro cognome nel mondo conservando i principi derivanti dalle quattro generazioni che mi hanno preceduto. Ho la fortuna di avere in mano un’azienda consolidata dal punto di vista strutturale, che necessita solo di essere ampliata in termini di pubblico raggiunto, sia a livello geografico, estendendo i nostri mercati, sia a livello social, raggiungendo sempre più wine lovers anche online.
Proprio per questo, un’idea che sto sviluppando è quella di implementare lo shop online dei nostri vini accessibile dal sito web aziendale.
A vent'anni sono molti i sogni nel cassetto, qual è il più importante sul piano professionale? e sul piano sentimentale?
Nonostante la mia giovane età, vorrei mettere a frutto la mia passione per i viaggi sul piano professionale, conoscendo i mercati europei nelle loro peculiarità con l’ambizione di entrarvi con i miei prodotti. Grazie all’ambiente in cui sono cresciuta, ho molto a cuore il valore della famiglia, che in futuro ho il sogno di costruire a mia volta.
Ha mai avuto dubbi sul fatto che terminate le superiori avrebbe fatto questa scelta?
Ho da subito colto l’opportunità offerta dal lavorare al nostro progetto di famiglia, avendo anche libertà di contribuirvi con le mie idee.
Lei è molto giovane, quindi è della generazione di Greta, qual è la sua sensibilità per l'ambiente? In azienda avete mai pensato al biologico?
Il rispetto per la natura è una realtà in cui ho sempre vissuto e che ho avuto modo di conoscere sempre più lavorando in campagna al fianco del nonno. Occorre porre molta attenzione, soprattutto sul piano comunicativo, alla differenza fra biologico e sostenibile. La sostenibilità di un’azienda agricola è un concetto ben più ampio dell’insieme di regole imposto dal regime biologico: la sostenibilità è di fatto un insieme di comportamenti che mirano all’intervento localizzato in campagna e hanno come conditio sine qua non la conoscenza approfondita dei terreni, dei microclimi e delle piante inserite in ogni vigneto.
Quali sono i principali canali di vendita delle 60 mila bottiglie prodotte in azienda?
Il nostro mercato è incentrato sulle vendite in cantina alle famiglie che ci vengono a trovare e hanno l’opportunità di conoscerci meglio attraverso i percorsi enoturistici che offriamo in cantina. Inoltre, lavoriamo sui canali HoReCa a livello locale e marginalmente a livello nazionale ed europeo, con molte possibilità di ampliamento di questo canale per il futuro.
Ha qualche impegno nel sociale sulle orme di nonno Bruno che per 30 anni è stato impegnato nel sociale e nel mondo sindacale agricolo?
La nostra azienda, proprio per il fatto che include tutta la filiera di produzione del vino dalla vite alla bottiglia, implica un carico di lavoro piuttosto impegnativo, che non mi consentirebbe di dedicarmi ad altre mansioni. Ciononostante, ascolto sempre con ammirazione i racconti che mi fa il nonno sul suo lungo impegno nel mondo agricolo. Come nonno Bruno assieme a Carlo Bridi è stato pioniere dell’enoturismo quarant’anni fa, ora io e mio fratello Federico stiamo pensando a nuove esperienze enoturistiche da proporre, adibendo nuovi spazi che stiamo ampliando nella nostra nuova struttura.
Che dicono i suoi amici della sua scelta?
Sono i nostri primi clienti!
Riesce a praticare qualche hobby?
C’è sempre molto a cui pensare, sia a livello lavorativo che familiare, pertanto preferisco trascorrere il tempo che ho con le persone che amo.
Sentimentalmente è legata e con chi?
Sono legata sentimentalmente a Francesco, che mi rispetta e mi sostiene pienamente.