giovani agricoltori

Leonardo: il B&B, le corniole e succhi

Figlio di albergatori, 29 anni, nel Bleggio sogna di aprireun ristorante con i prodotti locali. Bio? "No, troppa burocrazia"


Carlo Bridi


MADICE DI BLEGGIO SUPERIORE. La storia che raccontiamo oggi, ci presenta il classico caso di un giovane che partendo da una propria intuizione e dalla propria passione, si sta creando un’attività professionale in un settore molto specialistico: quello della produzione, lavorazione e commercializzazione delle bacche di frutta particolari ,come le corniole, ma anche altre varietà di piccoli frutti del Bleggio.

La provenienza del giovane è quella di una famiglia di albergatori, non a caso, infatti, è partito nel 2019 anche con un B&B. Una proposta apprezzata dalle tante persone che vengono a fare le cure alle Terme di Comano che distano appena 5-6 chilometri dall’azienda del nostro giovane, ossia Leonardo Serafini, 29 anni, residente nella frazione di Madice nel Bleggio Superiore.

Considerato che la sua formazione è quella di ragioniere informatico conseguita al Tambosi di Trento, per poter accedere a qualsiasi forma di intervento agricolo non aveva i requisiti; per questo sta frequentando il corso delle 600 ore organizzato dalla FEM per il brevetto professionale. Un corso che Serafini valuta molto positivamente: «Mi sta dando parecchie nozioni e informazioni utili permettendomi di superare diverse lacune che mi erano rimaste sia sul piano tecnico che su quello organizzativo».

Diversamente da quello che fanno quasi tutti gli altri giovani che frequentano questo corso, però, Leonardo non è ancora convinto di fare la domanda per il premio d’insediamento perché, spiega, questo comporta una serie di vincoli che sta valutando.

L’organizzazione aziendale.

Attualmente l’azienda agricola è costituita da 2 ettari di terra in proprietà più altri in affitto. La coltivazione principale come detto è quella di corniole delle quali la produzione attuale si aggira fra i 15 e i 20 quintali, per la produzione di sciroppi; ma anche il ribes nero, una coltivazione presente nel Bleggio da oltre 60 anni, quando era stata introdotta con le amarene dall’allora gruppo giovani del Club 3P, ma anche di fragole e di uva che peraltro Serafini acquista da altro produttore, visto che non viene prodotta in azienda.

Tutti i prodotti vengono trasformati in sciroppi - per ora grazie alla collaborazione di un laboratorio esterno - ma Serafini punta a realizzare un laboratorio interno all’azienda. Al centro dell’azienda è stato realizzato un B&B che per ora dispone di 10 posti letto, il cui nome è “Casa Gori”.

Ma perché l’idea degli sciroppi? «Ho provato a servirli nel mio B&B e ho visto che i nostri clienti li apprezzano molto. Di lì l’idea di mettermi a produrli».

Fra i progetti futuri di Serafini il più importante è quello di elaborare una serie di azioni che portino a valorizzare al meglio il Bleggio ed i suoi prodotti. «Abbiamo molte potenzialità tutt’ora inespresse e io voglio dare il mio contributo assieme ad altri a farle emergere». In quest’ottica va visto l’aumento delle produzioni in azienda dei piccoli frutti e delle corniole, ma anche delle amarene e delle noci rinnovando gradualmente l’attuale noceto che è datato e realizzato con i vecchi criteri di piante molto alte e quindi difficilmente coltivabili. «Il mio obiettivo è quello di realizzare una filiera completa dal momento produttivo a quello della lavorazione e commercializzazione di tutti i miei prodotti. Devo dire - precisa Leonardo - che sono molti i bar ma anche i punti di vendita delle Famiglie cooperative delle Giudicarie che vendono i miei prodotti con soddisfazione vicendevole».

Ci sono ancora sogni nel cassetto a 29 anni? «Sicuramente ci sono sogni, il più importante è quello di arrivare un giorno a realizzare un bel ristorante nel quale poter valorizzare al meglio tutte le nostre specialità delle Valli Giudicarie che sono molte, sviluppando così quell’azione già avviata con il B&B che vedo essere molto apprezzata dai miei ospiti».

Chiediamo se dopo quattro-cinque anni è pentito della scelta. «Assolutamente no» è la risposta netta. «Stavo facendo altro, ma queste attività danno molta più soddisfazione e ne prevedo uno sviluppo molto interessante».

E il suo rapporto con l’ambiente? «Le posso dire che è un rapporto di grande rispetto, e cerco di comportarmi di conseguenza non solo a parole ma con scelte concrete utilizzando pochissima chimica di sintesi anche perché per me non ha importanza che i prodotti siano belli ma che siano salubri». Ma allora perché non si certifica biologico? «Solo per ragioni burocratiche e di costi» afferma Serafini.

Il tempo libero

Leonardo è molto impegnato sul fronte del sociale come componente il consiglio direttivo dell’associazione DEGES, un’associazione di piccoli imprenditori delle Giudicarie che ha per finalità la valorizzazione dei prodotti delle Valli Giudicarie. Si ritaglia anche il tempo per il suo hobby preferito: giocando nella squadra del calcio a 5 di “Calcio Bleggio”.

«In zona ci sono anche altri giovani che hanno fatto delle scelte molto impegnative sul piano professionale come la mia e ci diamo una mano vicendevolmente» conclude Serafini.

 













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