giovani agricoltori

Elisa, imprenditrice agricola a km zero

Bertamini, 27 anni, laurea in economia agroalimentare a Parma, 20 ettari di azienda, punto vendita a Riva. Vende marmellate, succhi e frutta secca


Carlo Bridi


PRATOSAIANO (ARCO). Questa è una storia che ha dell’affascinante e che è l’esempio più avanzato di un modello di agricoltura al quale dovrebbero mirare tutte le nostre aziende: vendita diretta a chilometri zero dei prodotti, con grande attenzione e rispetto della stagionalità degli stessi, molta attenzione chiaramente all’ambiente puntando a trattare il meno possibile anche se il metodo scelto è quello dell’agricoltura integrata.

E ancora: laboratorio per la trasformazione di frutta e verdura.

Marmellate, frutta secca, succhi di frutta, vellutate di verdure e tanto altro. Il tutto venduto per circa l’80 per cento del totale del fatturato aziendale direttamente a chilometri zero ai consumatori nel punto vendita di Riva del Garda gestito dalla nostra protagonista di questa puntata assieme alla mamma.

«La cosa più bella per me - afferma Elisa - è quella di poter spiegare al consumatore come quel prodotto è stato realizzato, quali siano le difficoltà affrontate nella varie fasi produttive, quali le caratteristiche organolettiche. Cominciamo a maggio con le fragole, a giugno le ciliegie, a luglio e agosto le pesche, ad agosto le prugne di Dro e poi ecco le diverse varietà di mele cominciando dalla Gala il cui raccolto inizierà già la prossima settimana».

Chi sta dialogando con noi è per l’appunto la nostra protagonista di oggi, Elisa Bertamini, 27 anni, laurea breve all’Università di Parma, in economia agroalimentare, ma che nonostante ciò ha dovuto frequentare almeno per alcuni moduli, il corso delle 600 ore organizzato dalla Fondazione Edmund Mach per il conseguimento del brevetto professionale che offre la possibilità di ottenere il premio d’insediamento. Premio che la giovane dottoressa ha chiesto e con il quale intende sviluppare il laboratorio di trasformazione dei prodotti dell’azienda.

Ma dallo scorso anno ha introdotto anche il modello dei cancelli aperti. Il sabato mattina, nel momento ideale di maturazione di un frutto, vengono aperti i cancelli dell’azienda e viene pesato e pagato solo la parte di prodotto che le famiglie, molte con bambini hanno raccolto, senza contare ciò che hanno mangiato. In questo modo i consumatori si rendono conto da dove viene quel prodotto e come è stato coltivato.

Ecco le caratteristiche dell’azienda. Siamo in presenza di un’azienda condotta dal gennaio 2021, da una s.a.s. (società in accomandita semplice) della quale sono soci, oltre a lei, il papà Silvano e i cugini Lorenzo e Roberto. L’azienda ha una superficie complessiva di 20 ettari, tutta con le infrastrutture fondamentali: rete antigrandine su tutta l’azienda, rete anti insetto sulla parte riservata alle ciliegie e alle fragole, irrigazione a goccia su tutti i terreni. Anche la superficie media degli appezzamenti è molto alta, siamo in presenza di soli 7-8 appezzamenti, con una superficie media quindi di oltre 12 mila metri quadrati. Queste le principali colture: melo che copre oltre la metà dell’azienda, poi fragole, ciliegie, albicocche prugne di Dro Kiwi e quindi mele di diversi tipi che maturano da agosto a ottobre.

«L’azienda - prosegue Elisa - è dotata di un magazzino con celle frigo dove conserviamo le mele da un anno all’altro, stiamo finendo le vecchie e la prossima settimana arrivano le nuove. C’è poi un laboratorio dove facciamo le trasformazioni di frutta e verdura. In azienda lavorano a tempo pieno il papà, la mamma, i cugini, 6-7 collaboratori per quasi tutto l’anno. Nel periodo di raccolta delle mele si aggiungono altre 5-6 persone. Ognuno dei famigliari è responsabile di un’area: papà gestisce il frutteto, Lorenzo la parte di azienda riservata agli ortaggi, Roberto è responsabile della preparazione, confezionamento e conservazione dei prodotti lavorati. Io con l’aiuto della mamma, sono responsabile del punto vendita a Riva del Garda e del laboratorio».

I progetti futuri? «Certamente la ristrutturazione del punto vendita. Poi una ulteriore diversificazione dei prodotti (quest’anno abbiamo introdotto il grano), l’ampliamento del laboratorio in modo da poter incontrare la gente che assiste alla trasformazione di qualche prodotto e poi al consumo. Un’anteprima della fattoria didattica che rientra fra i sogni nel cassetto».

Elisa non è affatto pentita della scelta, anzi le piace portare avanti nuove idee che trasforma in progetti che vede realizzarsi con il benestare degli altri soci.

Come detto ha un grande rispetto dell’ambiente, lei e i suoi collaboratori hanno scelto il metodo integrato di produzione, ma in realtà intervengono solo a fronte di eventi che potrebbero compromettere la produzione. «Applichiamo molte pratiche dell’agricoltura biologica e alcuni prodotti sono bio - riprende Elisa Bertamini - anche se non certificati». E ritiene, assieme ai soci, che sia questo il metodo migliore per ottenere prodotti di qualità in modo sostenibile, la sostenibilità non può essere solo ambientale ma anche economica.

E i colleghi universitari che dicono? «Quelli che vedono l’azienda se ne vanno entusiasti nel vedere la valorizzazione dei nostri prodotti che abbiamo realizzato».

Elisa ama lo sport, l’estate le camminate in montagna e l’inverno pratica lo scii con il fidanzato che lavora con lei in azienda.

 













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