Giovani agricoltori

Daniele Fiamozzi, i vigneti sono «una scelta di famiglia»

Mezzocorona, a soli 24 anni lavora insieme a papà, mamma, sorella (con il fidanzato) in attesa dell’altro fratello. «Una scelta che rifarei cento volte anche se ci sono periodi in cui mi devo alzare alle 2 di mattina per i trattamenti contro la peronospora»


Carlo Bridi


MEZZOCORONA. Ancora una volta siamo a raccontare la storia di un giovane imprenditore agricolo, proveniente da una delle aree del Trentino più vocate all’agricoltura ed alla viticoltura in particolare, anche per la presenza di una cantina sociale che sa valorizzare al massimo il lavoro dei suoi soci. Parliamo della

Cantina che fa capo al Gruppo Mezzacorona.

Il giovane che abbiamo incontrato questa settimana si chiama Daniele Fiamozzi, e come ci tiene subito a precisare, fa parte di una dinastia di vignaioli da diverse generazioni, sia da parte del papà che della mamma.

Si tratta di un giovane di appena 24 anni, che fin da bambino aveva in mente di fare il viticoltore. Per questo quando è venuto il momento di scegliere la scuola superiore non ha avuto dubbi sulla scelta dell’Istituto Agrario di San Michele dove ha frequentato il corso professionale di 4 anni per diventare vignaiolo esperto. Immediatamente dopo è entrato in azienda a tempo pieno con il papà come coadiuvante ma ben presto ha costituito un’azienda propria con partita Iva, che gli ha permesso di  ottenere il premio d’insediamento aziendale, “un premio - precisa - che mi è servito innanzi tutto per

l’acquisto di tutta l’attrezzatura per il diserbo meccanico, ma anche per rinnovare un vigneto”.

L’organizzazione aziendale

Fra terreni in terreni in affitto, che sono la quasi totalità, e quelli in proprietà, coltiva una superficie a vigneto di circa 9 ettari in prevalenza sull’estimo di Mezzocorona, il 90%, ed il resto sui comuni di Mazzolombardo e Roverè della Luna. Oltre due terzi dei vigneti sono coltivati a Pinot Grigio, 2 ettari a Teroldego, nella zona classica, mezzo ettaro a Chardonnay e mezzo ettaro a Lagrein. Tutti i vigneti, esclusi quelli coltivati a Teroldego, sono di recente impianto, mentre le viti di Teroldego sono storiche. L’azienda è dotata di una attrezzatura di tutto punto che le permette di lavorare tutti i terreni meccanicamente. Sia i

trattamenti che il diserbo meccanico. L’azienda è dotata di un completo parco macchine: due trattrici, 2 atomizzatori con gli augelli anti deriva, il macchinario per il diserbo meccanico e la cimatrice.

Ma i lavori più delicati in funzione dell’alta qualità dell’uva vengono fatti a mano: la legatura, la sfogliatura, il dirado dei grappoli e dei tralci.

Il papà Luca conduce un’altra azienda della superficie di 8 ettari, quindi in totale la famiglia lavora 17 ettari.

Per questo vi sono due dipendenti fissi, ma la maggior parte dei lavori viene fatta dalla famiglia, “oltre a me e mio papà, anche la mamma viene tutti i giorni in campagna, ma anche mia sorella che dopo l’Istituto di S.Michele frequenta l’Università di Trento e nei suoi tempi liberi dà una mano in azienda”. L’altro fratello,

sta finendo San Michele e poi entrerà in azienda anche lui. Per completare la squadra c’ è anche il fidanzato della sorella.

Alla domanda del perché la scelta professionale, scontata la risposta “per la grande passione che ho sempre coltivato, di conseguenza non ho mai avuto dubbi sulla scelta della scuola superiore, iscrivendomi all’Istituto Agrario di San Michele, è una scelta che rifarei 100 volte anche vi sono dei periodi in cui è molto impegnativo. Come in questo periodo bisogna alzarsi alle 2-3 di notte per iniziare i trattamenti tempestivi contro la peronospora. Per fortuna i nostri sono tutti terreni pianeggianti per cui non ci sono rischi di ribaltamento per i terreni bagnati”.

E i progetti futuri? Puntare sempre più su una produzione sostenibile portando avanti anche le prove proposte dalla Cantina per questo come quella della sperimentazione dell’installazione di piccoli pannelli solari che azionano una vibrazione che causa confusione sessuale negli insetti che così non si possono riprodurre. Questo, nell’ottica di una grande attenzione all’ambiente sia a livello di innovazione che nei

trattamenti facendo solo quelli indispensabili, eliminando completamente il diserbo chimico, sfalciando in modo alternato i “filari” fra le viti in modo da garantire sempre un rifugio agli insetti utili. Ma a questo punto perché non il biologico? “Per noi – ci dice Daniele – è molto difficile vista la realtà della nostra azienda,

anche se non siamo molto lontani”.

Un sogno nel cassetto? “Costruire una bella famiglia che possa proseguire nell’attività di viticoltori che va avanti da secoli, ma anche puntare sempre ad una grande intesa fra tutti noi in famiglia come quella che abbiamo attualmente”, ci dice Fiamozzi.

Daniele, che è fidanzato con Martina (assistente alla poltrona in uno studio dentistico) è anche molto impegnato sul piano sociale: è membro del direttivo provinciale di Giovanimpresa di Coldiretti, del Corpo VVFF di Mezzocorona, del locale storico Club 3P. Tutto questo porta ad avere poco tempo per gli hobby che si riducono a qualche sgambata l’inverno arrampicandosi sul Monte di Mezzocorona.

Mezzocorona registra ancora una forte presenza di giovani imprenditori agricoli: sono fra i 30 e i 40 quelli sotto i 40 anni. 













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