agricoltori

Conter, a Livo unico giovane fra i meli

Matteo, 19 anni, è imprenditore agricolo: «I miei coetanei fanno lavori diversi, qui sono il solo a tempo pieno»


Carlo Bridi


LIVO. Sembra incredibile, ma già a 19 anni si può avere la mentalità dell’imprenditore agricolo: è questa la nitida testimonianza che abbiamo trovato a Livo, uno dei paesi ad alta intensità melicola della terza sponda in Val di Non. Ma c’è un dato che il nostro giovane protagonista ci confida e che è preoccupante: lui è il solo giovane imprenditore agricolo a tempo pieno del paese. Quindi in prospettiva la quasi totalità delle aziende sarà condotta da frutticoltori part-time e questa non è una grande notizia perché è evidente che chi svolge un altro lavoro difficilmente riesce a seguire un calendario trattamenti ad esempio molto puntuale come è necessario in certi periodi della primavera.

Anche Renato, il papà del nostro giovane, Matteo Conter, è part-time e coltivava la propria azienda nei tempi morti del suo lavoro. Arrivato Matteo in azienda due anni or sono, dopo un periodo da collaboratore del papà, ha aperto la propria partita IVA, è diventato titolare dell’azienda e socio del Consorzio ortofrutticolo di Livo. Dopo i primi 3 anni di scuola professionale alla FEM per esperto frutticoltore, al posto del quarto anno ha scelto di fare il corso imprenditori agricoli e ha conseguito il brevetto professionale agricolo. Di conseguenza ha inoltrato domanda per l’ottenimento del premio d’insediamento che dovrebbe ricevere a breve. Prima i 30 mila euro poi, a progetto d‘insediamento completato, gli altri 10 mila. Con il premio ha deciso di acquistare una nuova trattrice più sicura al posto del vecchio Ferguson che ha ormai 30 anni, e poi ancora di rinnovare degli impianti e di stendere la rete antigrandine sulle varietà di mele Club. Ad oggi, precisa, tutta l’azienda è priva di reti antigrandine. L’azienda ha una superficie di 5,5 ettari, tre in affitto dal papà e 2,5 ettari in affitto da un altro proprietario. Le varietà coltivate sono la Golden Delicious per il 60%, il resto è coltivato a Fuji, Gala e SweeTango tutte varietà Club raccomandate da Melinda. La produzione media ad ettaro per i frutteti in piena produzione va da 600 a 650 quintali ad ettaro.

Ma Matteo è molto preoccupato per una nuova aggressione degli scopazzi del melo su un impianto di 4000 metri quadrati e appena al terzo anno di età ha già dovuto togliere 60 piante perché con i sintomi degli scopazzi e si tratta di piante che costano molto perché sono piante biasse. Alla domanda del perché di questa scelta di vita, Conter non ha dubbi nel rispondere: «Sono nato in campagna e man mano che crescevo in età cresceva anche la passione per la professione agricola. Di conseguenza anche la scelta di San Michele come scuola superiore è stata praticamente scontata». Matteo ha anche idee chiare per il suo futuro: «Per ora è ancora un sogno, ma spero in futuro di poter trasformare il titolo di possesso dei miei frutteti da affitto a proprietà. La cosa non è semplice, ma da come la mia famiglia ha pianificato il futuro dei sui figli dovrebbe essere possibile. Mia sorella studia per fare la parrucchiera e mio fratello frequenta anche lui una scuola professionale non agricola». Alla domanda se dopo due anni di impegno a tempo pieno in azienda ha qualche pentimento o dubbio, netta la risposta: «Assolutamente no, sono convintissimo che quella del frutticoltore sia la scelta della mia vita».

In Valle di Non si registrano spesso azioni di denuncia per l’eccessivo uso di fitofarmaci, come vede il problema un giovane frutticoltore di Livo? «Il mio rapporto con l’ambiente è di massimo rispetto: certo, se vogliamo produrre frutta commercializzabile dobbiamo fare i trattamenti quando sono indispensabili. Ho pensato anche alla trasformazione in biologica dell’azienda ma oltre al problema della deriva ne abbiamo un altro tecnico insuperabile. Molti frutteti, infatti, si trovano su terreni assai ripidi quindi immaginare di fare i trattamenti di notte in condizioni meteo proibitive come esige il biologico è molto pericoloso. Se noi vogliamo che il prodotto sia remunerato adeguatamente, e Melinda questo lo fa, dobbiamo conferire frutta bella. In questi giorni stiamo facendo il dirado manuale ed anche questa pratica è necessaria per fare qualità e pezzatura». «La produzione quest’anno, almeno fino ad ora - riprende Matteo - è molto bella, ma l’estate è ancora lunga e non si può escludere qualche grandinata. Per questo tutta la mia produzione è assicurata». Matteo è impegnato anche sul fronte del sociale come vigile del fuoco effettivo del Corpo volontari di Livo, ma è anche uno dei pochissimi giovani incontrati che non sente l’esigenza di coltivare qualche hobby, oltre alle serate con gli amici. «Gli amici in larga parte svolgono un’altra attività e parlando della mia professione mi considerano un giovane fortunato». E il problema della mano d’opera per il raccolto come lo ha risolto? «Mi è stata segnalata in Romania una persona che individua lavoratoriche possono venire ed organizza loro il viaggio, si tratta di persone molto professionali e volenterose, quindi il problema non esiste» conclude Matteo.

 













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