La ricorrenza

Le foto dei ragazzi del '64: raccontano i tempi eroici delle Iti degli anni Sessanta

  • Elettrotecnici della Classe 5a. A e della classe 5a. B insieme
  • Giorgio Vicentini e Walter Giordani (morto nel 2015 con l'aliante ai piedi della Paganella) a Monaco, durante la gita di classe nel 1964
  • Classe 5a. A in visita alla Centrale di Santa Massenza
  • Coro stonato dopo la visita alla Centrale di Santa Massenza
  • Sempre dopo la visita alla Centrale e dopo aver bevuto molti bicchieri di vin santo
  • Sempre dopo la visita alla Centrale e dopo aver bevuto molti bicchieri di vin santo
  • Sempre dopo la visita alla Centrale e dopo aver bevuto molti bicchieri di vin santo
  • Sempre dopo la visita alla Centrale e dopo aver bevuto molti bicchieri di vin santo
  • Classe 5a. Elettrotecnici A in aula
  • Giorgio Vicentini
  • Elettrotecnici della Classe 5a. A e della classe 5a. B insieme
  • Il prof. Toller al centro
  • Vicentini in divisa da ACS
  • il prof. Margonari al centro della 5a. A al gran completo
  • A bere vin santo
  • Ragazze olandesi incontrate a Monaco durante la gita scolastica
  • Vicentini in tuta mimetica
  • L'ing. Dolzani fotografato in classe
  • Il prof. Margonari in classe
  • L'ing. Crespi in cattedra
  • L'ing. Dolzani fotografato in classe
  • Giorgio Vicentini
  • La classe 5a. A al primo raduno nel 1964 Da sinistra in piedi: Rosati, Caldara, Passerotti, Rosa, Donati, Giordani, Mazzalai, Videsott, Vicentini, Pegoretti, Moschen, Da sinistra accucciati: Giordani, de Manincor, Paissan

Le foto che Giorgio Vicentini ci ha fatto avere raccontano un’Italia che non c’è più; studenti a scuola in giacca e cravatta; sbaraccate mai oltre il lecito, ma anche tanta voglia di divertirsi e di imparare. Quella dei “ragazzi del ‘64” era una Trento che aveva fame, i giovani avevano voglia di riscattare una situazione di povertà accentuata dal periodo bellico e postbellico e la scuola diventava un mezzo per raggiungere uno stile di vita diverso. Non solo, ma le Iti erano anche futuristiche , cioè rivolte al futuro con corsi di studio nuovi, alternativi. Infine i professori più volte lodati, ammirati dagli ex studenti che abbiamo intervistato. Erano i liberi professionisti di allora che insegnavano per voglia perché tutti avrebbero avuto di che vivere senza le lezioni. Per tutti vogliamo ricordare l'ingegner Crespi che devolveva il suo stipendio di professore agli studenti più bisognosi che così hanno potuto diplomarsi come altrimenti non avrebbero potuto. Sembrano storie da libro Cuore, sono invece le storie della Trento degli anni sessanta.



Gallerie

Il fenomeno

Che spettacolo l'aurora boreale sul lago di Garda

Uno spettacolo raro e bellissimo, quello cui si è potuto assistere la scorsa notte anche in alcune zone del Trentino: l'aurora boreale. In queste meravigliose immagini scattate da Mattia Bonavida, una serie di vedute dell'aurora boreale sul Garda trentino, favorite dal cielo limpido, poche ore dopo il transito di una forte perturbazione.

Ieri, giovedì 10 ottobre, l’aurora boreale è tornata a interessare tutta l’Italia settentrionale e parte del centro, dal Trentino Alto Adige al Veneto, dal Piemonte alla Liguria. Tutto merito di una tempesta solare che ha colpito il nostro pianeta nel tardo pomeriggio come previsto dagli esperti del settore già nei giorni scorsi.

Si tratta di un fenomeno formato in cielo da bande luminose che assumono un'ampia gamma di forme e colori on rapido movimento e trasformazione, con prevalenza delel tonalità di rosso-verde-azzurro: l'origine è l'interazione di particelle solari cariche (protoni ed elettroni) con la ionosfera terrestre.

Le immagini

La tempesta geomagnetica nello spazio ci regala la meraviglia di un'aurora spettacolare

Tutta colpa, anzi, merito, di una forte tempesta geomagnetica nello spazio, che potrebbe causare problemi (danni alla rete elettrica, danni ai satelliti in orbita intorno alla Terra, blackout radio e interruzioni nei sistemi di navigazione satellitare) ma che ci regala delle aurore visibili a latitudini molto più basse del consueto. Le foto sono di Alessandro Zanforlin e Diego Romanelli.

Maltempo

Un'isola di tronchi e detriti galleggianti alle foci del Sarca

Questa mattina una decina di volontari dei vigili del fuoco hanno posato le reti di contenimento a seguito della cacciata del fiume Sarca. Con circa 300 metri di contenimento sono state raccolti con una stima approssimativa circa 40 tonnellate di legname.  Le operazioni di messa in sicurezza proseguiranno nel pomeriggio. Si raccomanda massima prudenza nella navigazione e di non interferire sia in acqua sia a terra con le operazioni in corso.

(Foto Mattia Bonavida/Privato/Vff Riva)

la manifestazione

Bolzano, centinaia di donne in marcia contro la violenza

In centinaia da piazza Tribunale per la quarta iniziativa di “Donne* in Marcia – Frauen*marsch” oggi a Bolzano. In piazza anche il presidente della Provincia Arno Kompatscher. Le promotrici denunciano: "Ancora nessun edificio in vista per la Casa delle donne di Bolzano, nessun dibattito locale sull'educazione sessuale obbligatoria nelle scuole secondarie altoatesine, nessun segno di accesso facilitato ai contraccettivi, nessun potenziamento dei consultori familiari. Al contrario, un arretramento con le destre in Giunta provinciale e nelle posizioni di potere". LE FOTO (DLife)

La ricorrenza

Le foto dei ragazzi del '64: raccontano i tempi eroici delle Iti degli anni Sessanta

Le foto che Giorgio Vicentini ci ha fatto avere raccontano un’Italia che non c’è più; studenti a scuola in giacca e cravatta; sbaraccate mai oltre il lecito, ma anche tanta voglia di divertirsi e di imparare. Quella dei “ragazzi del ‘64” era una Trento che aveva fame, i giovani avevano voglia di riscattare una situazione di povertà accentuata dal periodo bellico e postbellico e la scuola diventava un mezzo per raggiungere uno stile di vita diverso. Non solo, ma le Iti erano anche futuristiche , cioè rivolte al futuro con corsi di studio nuovi, alternativi. Infine i professori più volte lodati, ammirati dagli ex studenti che abbiamo intervistato. Erano i liberi professionisti di allora che insegnavano per voglia perché tutti avrebbero avuto di che vivere senza le lezioni. Per tutti vogliamo ricordare l'ingegner Crespi che devolveva il suo stipendio di professore agli studenti più bisognosi che così hanno potuto diplomarsi come altrimenti non avrebbero potuto. Sembrano storie da libro Cuore, sono invece le storie della Trento degli anni sessanta.









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