agricoltura

Un «passaporto» ai masi per evitare lo spopolamento

Presentato un disegno di legge a firma di Graziano Lozzer: «Rischi di alluvioni se non assicureremo la falciatura dei prati e la coltivazione del bosco»


di Carlo Bridi


TRENTO. Presentato ieri dal primo firmatario del disegno di legge Graziano Lozzer, alla presenza dell’assessore all’agricoltura del Comune di Trento Roberto Stanchina e del vicepresidente del consiglio regionale Lorenzo Ossanna, un articolato disegno di legge che si dovrebbe inserire organicamente nella legge fondamentale per gli aiuti all’agricoltura (la legge 4/2003). Obiettivo è quello di dare un passaporto ai masi agricoli vecchi e nuovi al fine di preservarli dallo spopolamento che in molte zone montane ha assunto dimensioni drammatiche con gravi conseguenze sia per il territorio che per il turismo. «Se non assicureremo la falciatura dei prati e la coltivazione del bosco - ha affermato Lozzer - rischieremo anche noi gravi conseguenze in caso di forti piogge o alluvioni per le quali non sono abbastanza le briglie fatte ma è necessario la presenza dell’uomo, del contadino sul territorio».

È ben vero che in Trentino il termine “maso” ha un significato diverso da quello dell’Alto Adige, dove è collegato con la storica tradizione sancita anche per legge del Maso Chiuso, ma anche in Trentino sono molto numerosi e stanno dimostrando di svolgere un ruolo di presidio del territorio. «Per dare un significato anche economico al riconoscimento del “maso”, con il ddl si punta ad abbinare al marchio “Trentino Alta Qualità” anche i prodotti provenienti da questi masi in modo da poter dare al consumatore la certezza della provenienza e delle caratteristiche di eccellenza che questi masi assicurano», ha proseguito il consigliere. Ciò, anche al fine di promuovere la vendita diretta e le attività di trasformazione dei prodotti nei masi, nonché la loro commercializzazione.

Con il ddl Lozzer si augura che si possa anche contrastare la frammentazione fondiaria e la dismissione dell’agricoltura attraverso l’incentivazione di interventi volti alla ricomposizione fondiaria delle aziende agricole e al recupero produttivo del territorio. Si punta anche a dare la possibilità ai masi trentini che rispondono a determinate caratteristiche di conseguire un punteggio aggiuntivo in alcune tipologie dei bandi del Psr, in modo da incentivarne la salvaguardia anche a vantaggio della conservazione e valorizzazione del patrimonio paesaggistico. In quest’ottica va visto l’incoraggiamento alla restaurazione delle piccole strutture a carattere votivo che - particolarmente nei masi storici com’è Maso Bertamini - sono semi abbandonate. Ma l’obiettivo del ddl è anche quello di creare sinergie fra i masi che devono imparare a fare rete come avviene in Alto Adige, mentre sinergia viene sollecitata anche con le Apt d’ambito sia al fine della valorizzazione dei prodotti che dei masi nel loro insieme.













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