Sapes, una sala ai sindacati e la Uilm ci piazza la sede
Il caso a Storo: ora ospita anche il patronato Uil. La Fiom rifiuta l’offerta e accusa: «È illegale, lo Statuto dei lavoratori vieta alle aziende di sostenerci»
TRENTO. Caro sindacato, ti manca la sede? Non preoccuparti, te la dà il padrone. Benché sia fatto divieto ai datori di lavoro e alle loro associazioni «di costituire o sostenere, con mezzi finanziari o altrimenti, associazioni sindacali di lavoratori». Chi lo dice? È una legge dello Stato, in vigore anche oggi a 46 anni dalla sua pubblicazione. E che proprio ora, in tempi di crisi, mantiene intatto tutto il proprio valore, civile oltre che normativo. Si tratta della legge 20 maggio 1970, n. 300, meglio nota come Statuto dei lavoratori: il passaggio riportato è l’articolo 17, alla voce “Sindacati di comodo”. Un titolo che spiega tutto il senso della disposizione di legge. E che i lavoratori della Sapes di Storo da qualche settimana leggono ogni giorno, passando davanti alla bacheca dei sindacati all’interno dello stabilimento. È riportato in un volantino della Fiom, la Federazione dei metalmeccanici della Cgil, storicamente forte in fabbrica: fino alla scorsa estate monopolizzava la Rsu e anche ora detiene 4 delegati su 6. Gli altri due fanno invece riferimento alla Uilm, che curiosamente da qualche mese alla Sapes ha visto moltiplicarsi i propri iscritti.
Quello della Sapes, che dopo la recente fusione per incorporazione della Officine Giudicariensi di Condino impiega nei due stabilimenti circa 110 dipendenti (75 operai e il resto impiegati), è un nome noto alle cronache sindacali: proprio un anno fa se ne parlò a lungo sui giornali per via del licenziamento di un delegato Fiom, per motivi disciplinari. Seguirono scioperi e manifestazioni, poi la situazione sembrava in qualche modo essersi normalizzata, benché il licenziamento non sia più rientrato. Tanto che, per riallacciare relazioni più serene, il nuovo direttore dell'azienda Roberto Favaretto (in carica dallo scorso agosto, al posto del precedente Gianluca Zanivan) ha fatto sapere ai sindacati di voler mettere a loro disposizione una sala. Attenzione: non per la Rsu, ma solo per i sindacati esterni all’azienda. Siamo verso metà dello scorso dicembre. E qui sta il punto. Si configura, quella sala, come sostegno, «con mezzi finanziari o altrimenti», alle associazioni sindacali?
Non se lo è evidentemente chiesto la Uilm, il cui segretario provinciale Luciano Atanasio in quei giorni (anzi: addirittura prima dell’offerta di Favaretto) affigge in bacheca un volantino in cui si legge quanto segue: «Si rende noto che nei giorni 17 dicembre 2015 e 29 dicembre 2015 dalle ore 14.30 alle 17.30 il segretario provinciale Uilm sarà presente presso l’ufficio Uilm di Storo, in via E. Miglio nr 7 (ex Masterlegno) e sarà a disposizione dei lavoratori. Il calendario di gennaio sarà affisso all'esterno dell’ufficio in data 29/12/2015». Si tratta di un ufficio contiguo al capannone Sapes di Storo, fino a qualche anno fa occupato dalla stessa azienda dei coniugi Giuliano Sossi e Marzia Buccio (che ne è pure amministratore delegato), e che ha un ingresso diretto dall’esterno. Non è chiaro di chi sia la proprietà della sala, se di Sossi e Buccio o della Sapes, ma poco importa: ciò che conta è che sia nelle disponibilità dell’azienda. Che intende offrirla ai sindacati. Offerta che la Uilm accetta immediatamente: al punto, nel volantino, di parlare senza mezzi termini di «ufficio Uilm».
Qualche domanda, sull’opportunità di ricevere questo “aiuto” dalla controparte datoriale, devono invece essersela fatta altri: un paio di giorni dopo, ecco infatti comparire in bacheca, a fianco di quello firmato Atanasio, il volantino della Fiom che riporta l’articolo 17 dello Statuto dei lavoratori, “Sindacati di comodo”. Una mossa che, se voleva instillare qualche dubbio nei colleghi della Uilm, non sortisce però effetto alcuno. È infatti datato 7 gennaio, quindi due settimane fa, un nuovo volantino firmato Atanasio apparso in bacheca: vi si legge che «a partire dal 13 gennaio 2016 ogni mercoledì presso l’ufficio Uilm (ancora!, ndr) di via E. Miglio (ex Masterlegno) sarà presente un impiegato del Patronato Uil con orario dalle ore 10.00 alle ore 16.00». Il che rappresenta un evidente salto di qualità: a utilizzare la sala non è più dunque solo la Uilm, bensì tutta la Uil (che a Storo è sprovvista di sede) per la sua attività di patronato. Il che lascia intendere che anche a Trento, nella segreteria provinciale della Confederazione, siano al corrente della cosa. Chissà che prima o poi qualcuno non decida di sporgere denuncia per comportamento antisindacale.
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