Revò, la viticoltura eroica di Davide Busetti e Luca Paternoster
Producono vino di qualità su 4 mila metri di vigneto: “Un piccolo appezzamento, ma qui nasce l’oro”
REVO’. La bella storia che andiamo a raccontare oggi ha molte somiglianze con quella che abbiamo raccontato domenica scorsa. Stessa formazione di uno dei due protagonisti, un grande amore per la loro terra, la profonda convinzione di tante potenzialità inespresse. Una sola differenza si riscontra immediatamente, quella che la possibilità di ampliare l’azienda che si registra nell’Alto Garda se la sognano in Valle di Non dove ogni metro di terra è conteso fra contadini professionali e part time.
Ma per la verità c’è un’altra differenza: questa volta al giovane diplomato enologo alla Fem con laurea in Vitienologia all’Università di Udine, Davide Busetti, 29 anni, si è affiancato nel 2019 un giovane con laurea in desain e comunicazione conseguita all’Uni Milano, Luca Paternoster, 34 anni.
“La mia scelta di avvicinarmi alla vitieonologia è nata assaggiando i vini di Davide e sentendo raccontare la sua storia, una storia fatta di passione per la nostra terra, e per la viticoltura eroica in particolare”, spiega Luca. “Da poco più di 2 anni ho affiancato Davide, ma il nostro obiettivo è quello di ingrandire rapidamente l’azienda coltivata a vigneto per poi poter dedicarmi a tempo pieno anch’io a questa bellissima attività. Sono rimasto affascinato dalla viticoltura eroica che pratica Davide, dove i ritmi del tempo non sono scanditi dai ritmi della frenesia e della velocità attuale che anch’io sono abituato a vivere, ma dai ritmi della natura, che sono molto più lenti”.
L’azienda agricola
Siamo in presenza di una microazienda, appena 4000 metri quadrati di vigneto sullo scosceso pendio che da Revò scende fino al lago di S. Giustina, (la pendenza media è del 70%,) ma è già sufficiente per produrre 3000 bottiglie di vino autoctono della zona, ossia il Groppello, un vino rosso per palati forti. “E’ un pezzetto di terra, ma in esso nasce l’oro” esclama Davide! Fin da subito precisa, mi sono attrezzato come nelle Cinque Terre con una cremaliera che parte dalla strada del Mezzalone e scende fino al lago Santa Giustina”.
“Tutti i lavori che comporta la coltivazione del vigneto vengono fatti rigidamente a mano, ma non solo: anche per quanto riguarda la difesa, quella che noi pratichiamo – afferma Davide – è molto simile a quella praticata per l’agricoltura biologica. Solo rame e zolfo per la difesa, niente diserbo chimico ma solo pulitura manuale dei filari. Non abbiamo chiesto la certificazione di biologico perché non abbiamo la cantina dove incantiniamo le nostre uve in regola con la normativa del biologico ed anche perché il fare la pratica per la trasformazione è piuttosto pesante”. E il vino dove viene venduto? “Abbiamo il nostro sito ed è questo il canale più importante, ma vendiamo anche in cantina ed abbiamo iniziato a presentare i nostri vini ai ristoranti della zona e dobbiamo dire che abbiamo riscontrato un buon interesse”, affermano all’unisono i nostri interlocutori. “Tutti coloro ai quali abbiamo proposto i nostri vini si sono dimostrati molto interessati ad essi ed è per questo che vorremmo ampliare di molto la nostra azienda”. Davide precisa: “Abbiamo un microclima particolarmente idoneo alla coltivazione dell’uva”.
I progetti futuri.
Fra i progetti futuri dei due amici, che stanno studiando come fare per costituire una società agricola semplice, c’è quello di raddoppiare a breve la superficie aziendale sempre sui terreni scoscesi fra Revò e Cagnò fino giù al lago di Santa Giustina, sui quali mettere a dimora oltre agli autoctoni Groppello e Maor, un vitigno a bacca bianca, anche i vitigni resistenti, fedeli al loro motto – “un piede nel passato e uno nel futuro” – senza ignorare il presente che è rappresentato dal Rebo, afferma Davide. “Ma vorrebbero ampliare anche la cantina, creando uno spazio per fare degli eventi che abbiano al centro l’enoturismo, un’attività molto di moda ed in grande espansione”, aggiunge Luca. “Sarà quella la sede migliore per decantare la natura eroica della vitienologia e delle ragioni della nostra scelta, ma anche per fare assaggiare i nostri vini che sono un unicum”, esclama l’enologo Davide, mentre anche l’esperto di marketing Luca annuisce.
C’è anche un sogno nel cassetto: “Riuscire a valorizzare al meglio quella vitienologia di montagna che noi stiamo praticando e che porta alla valorizzazione anche del territorio, ripercorrendo la strada dei nostri avi che vorremmo riscoprire sempre in funzione della qualità legata al territorio”, affermano.
Ambedue hanno degli hobby: Luca è appassionato di ciclismo e di arte contemporanea, mentre Davide vede ancora l’agricoltura come hobby tanto ne è innamorato ed è anche un appassionato musicista: oltre a suonare il contrabbasso, è membro del coro allievi della Sat, con la speranza di essere promosso nel coro della gloriosa società.
Entrambi sono fidanzati con due ragazze che li supportano e li sopportano, ci tengono a precisare.