Nasce la «Cittadella» dei piccoli frutti
Il grande progetto di Sant’Orsola sta diventando realtà: iniziati i lavori del Villaggio da 16 ettari. Costo totale: 35 milioni
PERGINE. Al Cirè di Pergine, lato destro per chi sale da Trento, a fine luglio sarà completato il più grande distretto dei piccoli frutti di tutta Europa: il “Villaggio dei piccoli frutti”, opera mastodontica della Sant'Orsola sca, la cooperativa dei piccoli frutti. Ecco alcuni dei numeri più significativi della nascente struttura che insiste su 16 ettari: l'area edificata e logistica sarà di 60.000 metri quadrati, l'area agricola di 65.000 che presenterà anche una ampia zona vivaistica. Il costo totale è di 35 milioni di euro con un costo area di 4,600 milioni. Il contributo provinciale è di 7,5 milioni.
Altri dati importanti recenti della gestione della Sant'Orsola Sca in zona Zivignago: la frutta conferita nel 2015 è stata di 4.519 tonnellate. Nel 2016 sono state 5.180. Il valore della produzione nel 2016 è stato di 55.073.650 contro i 50.675.707. Dunque vi è stato un aumento.
Ci sono voluti lunghi mesi di arrovellamento del Cda della cooperativa per analizzare costi e benefici di una ipotetica nuova struttura che rispondesse al meglio alle prospettive di sviluppo che il mondo sempre più in espansione dei piccoli frutti suggeriva. Basti dare, infatti, un'occhiata attenta alla pubblicità per capire come questo prodotto si estenda a macchia d'olio: dagli yogurt alle merendine, dai dolci a molti altri prodotti i piccoli frutti, ormai, sono spesso un elemento caratterizzante.
Il cda doveva decidere su come affrontare le nuove sfide del mercato in generale e formulare un progetto che, come da statuto, è stato poi presentato (anno 2016) all'assemblea dei soci (più di 800 che sono detentori di 426 ettari - stima del 2016 – sparsi su tutto il territorio nazionale). C'è stato il convinto via libera quasi unanime (soltanto tre sono stati i voti contrari).
Quindi in luglio dell'anno scorso è stato dato il via ai lavori che, se non vi saranno contrattempi, finiranno esattamente un anno dopo. Ma quale è stata la strategia suggerita da Fabio Rizzoli, consulente della cooperativa da quattro anni, in piena sintonia con il cda? “È stata studiata in ogni particolare – sostiene il direttore generale Matteo Bortolini - compreso il rientro dai costi degli investimenti programmati, sostenuti da denaro reperito sul mercato finanziario o assegnato da contributo pubblico. Sono finanziamenti, dunque, che non pesano sui soci in quanto l'aumento della produzione e l'industrializzazione del processo produttivo consentiranno di aumentare i ricavi per ripianare i costi lungo un arco di 12 anni, continuando a garantire redditività ai soci.”
L'ingegner Severino Perenzoni, dirigente tecnico, illustra invece la nuova struttura che è “unica in Europa per impostazione, solo in Olanda si trova qualcosa di simile nel settore delle fragole”. “Le celle frigorifere – spiega – saranno 157 rispetto alle attuali 46 (quelle dello stabilimento a Zivignago ndr). Sono tutte interrate in un volume di 9.000 metri cubi e sono studiate appositamente per ospitare ciascuna frutta personalizzata per varietà”.
“Tutt'attorno – prosegue - le aree sono dedicate alla ricerca della sperimentazione, alle scorte agrarie, al giardino dei piccoli frutti per i visitatori e clienti e alla vasta area della logistica”.
Il direttore Matteo Bortolini, che ha coniato lo slogan “Il mercato o lo affronti o soccombi. Se vivacchi, non resisti a lungo”, prevede che “nella primavera del 2019 inizierà l'attività nel nuovo stabilimento, mentre nel 2020 si concluderà il progetto di sviluppo delle aree produttive. Cioè: di pari passo al procedere dei manufatti aumenteranno le aree coltivate, i soci e la materia prima”.
Il processo è iniziato da ormai due anni con un nuovo organigramma aziendale e con l'innesto di risorse umane specializzate. È proseguito con l'aumento delle aziende associate, un'ottantina nella sola Sicilia e in particolare nel Ragusano. La produzione rimarrà invariata? “Sì fragole, fragoline, spina e baby kiwi. Ma tra le novità previste vi è anche la produzione di derivati dai frutti freschi sempre più richiesti dal meracato.”
Il futuro dello stabilimento di Zivignago non è definito. Rimarrà – si dice – sempre di proprietà della Sant'Orsola Sca. Non sono stati fatti progetti per questi edifici che sono stati la sede fin dal 1993.