L’export ridà ossigeno ai fatturati

Nel terzo trimestre registrato un aumento del 2,3%. Dalpez della Camera di commercio: «Torna la speranza nel futuro»


di Daniele Peretti


TRENTO. Il fatturato dalle imprese trentine aumenta, nel terzo trimestre del 2013, del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2012, un incremento che dipende quasi del tutto dalla crescita (10,3%) delle esportazioni. Mentre l'occupazione conferma un andamento negativo, con una diminuzione su base annua dello 0,9%. Lo attestano le rilevazioni della Camera di commercio di Trento.

Per la prima volta, però, il saldo tra gli imprenditori ottimisti e pessimisti sul futuro delle loro imprese, è pari a 0. In diminuzione anche gli imprenditori preoccupati del futuro economico delle proprie aziende, che scendono dal 26,8 del trimestre precedente, al 23,5. Gli imprenditori più pessimisti sono quelli del settore estrattivo, i più ottimisti i manifatturieri.

Stagnante la domanda interna, ma in netto incremento quella estera, dove si registra un'impennata positiva. Come positivo è anche il dato dell'edilizia, con un fatturato in crescita, al quale corrisponde una diminuzione dell'occupazione. La lettura del dato può essere quella che il mercato si è mosso grazie agli incentivi provinciali, che hanno permesso di vendere l'invenduto, ma non si costruisce ancora. É il mercato estero a sostenere i settori manifatturiero, del commercio all'ingrosso e dei trasporti, comparto nel quale il margine di utile derivante dal maggior fatturato (+9,7%) è eroso dall'incremento dei costi che vengono in parte compensati dalla diminuzione occupazionale (-4,5%). In leggera controtendenza il settore estrattivo, ma decisamente in forma minore rispetto a quello edilizio, tanto da non poter assolutamente parlare di un inversione di rotta.

Viene confermata l'interpretazione di una crisi interna nella quale pesa molto l'atteggiamento prudente del consumatore. Per quanto riguarda le ore lavorative, si ha un calo dell’ 1,7% , in gran parte dovuto alla diminuzione occupazionale. Conforta che nel settore artigianale, edilizia esclusa, all'incremento del fatturato corrisponda anche quello dell'occupazione, che sfiora il 3%.

Il presidente della Camera di Commercio Adriano Dalpez è cauto: «Anche nei periodi peggiori non siamo mai stati catastrofici; adesso non siamo tanto ottimisti da parlare di ripresa, ma possiamo tranquillamente affermare che l'attuale situazione lascia ben sperare per il futuro e non evidenzia valori drammatici. I dati che oggi illustriamo, nascono da un monitoraggio che ha interessato 1000 imprese e comunque dicono che in un quinquennio, abbiamo perso 5 punti di Pil. Ma indicano anche come le imprese premiate siano quelle che si sono rinnovate e che si sono orientate sui mercati esteri. Uno dei punti critici è sicuramente il calo del 12% degli investimenti, a danno quasi esclusivo della tecnologia innovativa». Interessante la valutazione sul credito alle imprese, un aspetto non analizzato nel monitoraggio delle aziende: «Se abbiamo tamponato la crisi, lo dobbiamo all'azione delle banche locali che oggi devono fare i conti con i molti concordati preventivi, con i fallimenti e con la scarsa richiesta in uscita, a partire dai mutui per la casa. Si finisce che le banche non finanziano in quanto impegnate a consolidare il debito immobiliare». E Dalpez auspica a questo proposito che si possa aprire un ampio dibattito sul tema del credito, che parta dall'attuale situazione iperfiscale dell'istituzione delle pratiche, sostituitasi ad una realtà che era all'insegna dell'assoluta facilitazione.

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