Imprenditoria sportiva, il Covid ha causato danni per 10 miliardi di euro: fatturato crollato del 70%
Focus specialistico nella sala conferenze di Confcommercio Trentino
TRENTO. Anche in Trentino, la provincia più "sportiva" d'Italia, gli effetti della pandemia si sono fatti sentire sul comparto delle imprese e dei professionisti sportivi, tra chiusure forzate e nuove abitudini. Si è tenuto presso la sala conferenze di Confcommercio Trentino - si legge in una nota - il focus specialistico riguardante il comparto dell'imprenditoria sportiva sul tema: "Aspetti giuridico-fiscali per le imprese ed i professionisti del settore sportivo". Al centro dell'incontro, i confini tra attività profit e non-profit in un settore in forte evoluzione che il legislatore cerca di regolare in modo chiaro.
Nel suo intervento il professor Marcello Condini ha tracciato un identikit del settore in Trentino. Nel 2019, ultimo dato disponibile, in Trentino erano 185 le imprese del settore registrate. La superficie delle attività è nel 47% dei casi inferiore ai 500 metri quadrati, nel 27% tra 500 e 1000 mq, nel 12% tra 1000 e 2000 mq mentre per il 14% è superiore ai 2000 mq.
L'anzianità imprenditoriale denota una solidità dei protagonisti del settore: il 62% delle imprese è attivo da più di 10 anni, il 23% da 5 a 10 anni, il 12% tra 2 e 5 anni e solo il 3% è attivo sul mercato da un tempo inferiore ai 2 anni. Secondo l'Ifo, l'International fitness observatory, nel 2021 si sono persi 2 miliardi di euro in Italia nel fatturato delle imprese sportive, un settore che vale 2,8 miliardi all'anno: un calo del 70% e una perdita di personale di 200 mila unità per una stima complessiva dei danni al settore di 10 miliardi di euro.
Per l'istituto di ricerche Ispo i clienti delle palestre e dei centri sportivi hanno cambiato le proprie abitudini in modo sostanziale, rivolgendosi alle applicazioni per dispositivi mobili che offrono attività online e on-demand.