Il miele di montagna e l’olio di oliva gardesano: per l’arcense Francesco Santuliana «la campagna è una grande passione»
Il ventiduenne, figlio d’arte, fin da piccolo sapeva che avrebbe fatto l’agricoltore. L’azienda di famiglia, situata a Varignano, è un vero gioiello. Ecco i segreti del suo lavoro
ARCO. Ecco qui la storia di un giovane, di appena 22 anni, che fin da bambino non ha mai avuto dubbi: la sua professione sarebbe stata quella dell’imprenditore agricolo, nell’azienda di famiglia. Di qui anche la scelta della scuola da frequentare dopo le medie, l’Istituto Agrario di S. Michele. Francesco Santuliana, dopo aver concluso la scuola professionale alla FEMi (4 anni di corso), ha frequentato un anno di alternanza scuola-lavoro nell’azienda dei cugini Marco e Stefano Pisoni di Pergolese, conclusoè la il quale si è inserito a tempo pieno in azienda, o meglio è tornato in azienda «perché – afferma - sono sempre stato in campagna fin da bambino, prima per gioco, poi per passione quindi per professione».
Francesco si è inserito in un’azienda all’avanguardia, 5 ettari di oliveti divisi in pochi lotti, due e mezzo intorno all’agritur in quel di Varignano e gli altri sparsi nella bellissima olivaia sotto il castello di Arco. «In totale abbiamo 1500 piante di olivo, la maggior parte delle quali ultracentenarie. Mio padre Renato, già da anni, si è dotato di un proprio frantoio che serve per la molitura soltanto delle nostre olive visto che puntiamo all’alta qualità ottenibile con una serie di accorgimenti. Innanzitutto con la scelta di trasformare, ancora agli inizi degli anni 2000, l’azienda in biologica, quindi nella selezione delle olive in tre diverse scelte in base al terreno. Questo perché, in base al terreno, l’olio ha caratteristiche assai diverse». Anche la vendita avviene tutta in azienda in quanto a fianco all’agritur, nel quale è offerto il pernottamento e la prima colazione, usando in larga parte prodotti dell’azienda, è stato realizzato un punto vendita. Questo, non serve solo per l’olio, ma anche per il miele e gli altri prodotti dell’alveare, ottenuti dalle 200 arnie presenti in azienda.
Le produzioni
«Nel 2021 la produzione di olive è stata la più bassa di sempre - precisa Francesco - meno del 10%; cimice asiatica, grandinate e siccità nel periodo della fioritura dell’olivo hanno determinato questa produzione molto scarsa non solo per l’Alto Garda ma per tutto il nord Italia. Per fortuna l’anno precedente è stato un anno record nella produzione per quantità e resa, ottima, con qualità eccezionale: abbiamo superato il 15%, ossia più di 15 litri di olio per quintale di drupe. Certo, un altro segreto per l’innalzamento della qualità è quello della spremitura che deve avvenire nella stessa giornata del raccolto. La forte quantità ci ha permesso di conservarne parte per quest’anno con produzione ridotta quasi a zero, la cosa è stata possibile perché l’olio è stato conservato in botti di acciaio inox sotto azoto evitando così l’ossidazione. Abbiamo anche l’assicurazione per i danni da calamità atmosferiche ma non ci assicura grandi ristorni». Altro segreto per la qualità è quello della molitura tempestiva: ogni pomeriggio viene lavorata tutta l’oliva raccolta al mattino, e alla sera quella raccolta nel pomeriggio. «La capacità del nostro torchio è più che sufficiente per le nostra produzione, in quanto si riesce a lavorare 300 kg di olive all’ora. L’olio migliore è quello proveniente dalle drupe raccolte nella prima quindicina di ottobre, anche se la resa è inferiore gli aromi ed i profumi, ma anche l’acidità, sono migliori».
L’apicoltura professionale
«In azienda – prosegue il giovane - abbiamo anche 200 arnie di api con le quali pratichiamo il nomadismo domestico, ossia spostiamo le api ma solo in Trentino. Dopo aver svernato nei nostri oliveti, tutti biologici come detto, le api vengono portate nei meleti la prima settimana di aprile per la fioritura dei meli; superata questa fase, ai primi di maggio vengono portate nella zona di Levico per la fioritura delle acacie, che nel 2021 è andata piuttosto male perché continuava a piovere e faceva freddo, quindi le api non lavoravano. A giugno le portiamo in montagna dove produciamo il nostro miele millefiori di montagna. La produzione, salvo che per il miele di acacia, è andata piuttosto bene: siamo sull’ordine dei 10 kg per arnia; siamo però lontani dagli anni nei quali si riusciva a produrre anche 40 kg per arnia, ma bisogna fare i conti con questa nuova realtà dovuta alle modificazioni climatiche».
Il futuro
Per il futuro Francesco ha diversi progetti, il primo è quello di ampliare un po’ l’azienda, migliorando gli oliveti per renderli più accessibili. Ad esempio, in questo periodo Francesco è impegnato nella potatura che dura più di 2 mesi. A 20 anni sono molti i sogni, le aspirazioni, una cosa è certa: non è assolutamente pentito della scelta. Il poco tempo libero lo dedica alle arrampicate, «il modo migliore per vivere la montagna».