«Il cda di Itas non sapeva nulla del Put&Call»
TRENTO. L’Itas contesta la ricostruzione fatta da Ermanno Grassi in una memoria alla Procura del prestito da 12,5 milioni di euro da parte di Vhv. In una nota, la compagnia parla di «ricostruzione...
TRENTO. L’Itas contesta la ricostruzione fatta da Ermanno Grassi in una memoria alla Procura del prestito da 12,5 milioni di euro da parte di Vhv. In una nota, la compagnia parla di «ricostruzione fuorviante» e contesta le date fonite da Grassi sostenendo che il comitato esecutivo e il collegio sindacale sono venuti a conoscenza dell’operazione solo dopo l’estate: «Itas intende ancora una volta precisare che l’esistenza di un obbligo, in capo a Itas Holding (società interamente controllata da ITAS Mutua), ad acquistare le quote detenute da VHV nel fondo di garanzia della Mutua per un controvalore di 15 milioni di euro, previsto da un apposito contratto stipulato in data 16/02/2016 è stato portato a conoscenza del comitato esecutivo, del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale di ITAS Mutua solamente in data 22/08/2017 e in data 12/09/2017. Itas non può quindi che ribadire che sino a quest’ultima data il Consiglio d’amministrazione era a conoscenza esclusivamente del regolare versamento al fondo di garanzia di 12,5 milioni di euro che unitamente ai 2,5 milioni versati in anni precedenti costituiva l’intera partecipazione di VHV in Itas e che dell’obbligo di acquisto in capo a ITAS Holding erano a conoscenza i soli firmatari dell’operazione Put & Call oltre che il citato direttore generale dell’epoca. Una volta venuto a conoscenza dell’esistenza del suddetto impegno il CdA di ITAS Mutua ha tempestivamente provveduto ad informare l’Autorità di Vigilanza e ad apportare le opportune modifiche ed integrazioni nei bilanci interessati». L’operazione è stata il tassello che ha portato alla dimissioni di Giovanni Di Benedetto e sarà al centro dell’assemblea del 24 aprile.