Camera di Commercio, respinto il ricorso di Confindustria
La Provincia: «Non ci sono irregolarità nel calcolo dei nuovi seggi da assegnare alle associazioni imprenditoriali»
TRENTO. Inammissibile ed infondato nel merito. Con questa secca motivazione la giunta provinciale ha respinto il ricorso di Confindustria contro la ripartizione dei seggi del consiglio camerale così come calcolato dagli uffici di via Calepina. Con questa decisione la procedura per l'insediamento del nuovo consiglio di 48 membri riprende l'iter normale che dovrebbe concludersi tra un circa un mese con l'elezione del presidente e della giunta.
«Non è realistico sostenere che in cinque anni di crisi tutti i settori produttivi abbiano guadagnato o mantenuto le loro posizioni e solamente l'industria abbia perduto rappresentatività»: questa era stata la contestazione del presidente di Palazzo Stella, Paolo Mazzalai non appena aveva appreso che il settore perdeva rappresentanza, passando da 10 a 8 consiglieri. Da qui la decisione di ricorrere contro la determinazione assunta dalla Camera il 17 aprile scorso: «Qualcosa nel metodo di calcolo o nelle dichiarazioni sul numero di iscritti e dei dipendenti delle imprese associate non funziona», aveva dichiarato. L'obiezione degli industriali ieri è stata respinta su tutti fronti. «Sentita l'avvocatura - si legge nel comunicato di Piazza Dante- si è deciso di dichiarare il ricorso inammissibile e comunque infondato nel merito. Ciò in quanto le verifiche relative alla attività di controllo a campione, inerenti lo status di impresa associata in regola con il pagamento della quota associativa effettuate dalla Cciaa, non presentano manifeste irregolarità o inadempienze. La contestazione, inoltre, verte principalmente su una presunta inadeguatezza del regime dei controlli stessi ed avrebbe quindi dovuto essere oggetto di autonoma impugnativa dinanzi all'autorità competente nei tempi previsti dalla legge, ormai decorsi». Resta ancora aperta la strada del secondo ricorso, presentato al Tar, con cui Confindustria chiama in causa la Camera che non le ha fornito, in nome della privacy, i nominativi delle imprese iscritte alle altre organizzazioni produttive. In questo caso, tuttavia, il processo non interferisce con l'insediamento del consiglio camerale.
La prima reazione di Palazzo Stella è contenuta in un misurato comunicato in cui, preso atto della decisione, ci si riserva, non appena si conosceranno meglio le motivazioni, un giudizio argomentato e l'eventuale ricorso. Il presidente Mazzalai sottolinea, comunque, come l'obiettivo di Confindustria sia non tanto la battaglia per un consigliere in più o in meno, bensì il rinnovamento del sistema camerale perché si trasformi «in uno strumento di reale supporto alle imprese». La partita, dunque, resta aperta: il governo Renzi ha messo in agenda la riforma degli enti e, per sollecitarne la trasformazione, ha già ridotto le loro entrate dimezzando, a partire dal 2015, i costi per l'iscrizione al Registro delle imprese. Un taglio che per la Camera di Trento è stato calcolato in 5 milioni di euro, un terzo circa del bilancio. Una prospettiva di cui si è parlato ieri nel corso della riunione, presumibilmente l'ultima di questo mandato, della giunta di Via Calepina. Per l'ente il futuro prossimo sembra molto incerto e pesante sarà l'impegno per i nuovi organi. Forse è questa la ragione per cui, negli ultimi tempi, pare essersi molto affievolito l'entusiasmo per la corsa alla presidenza. Nei prossimi giorni le associazioni saranno impegnate a designare i propri consiglieri. Poi si vedrà.