Calliari: dare i terreni incolti ai giovani

Il presidente regionale spinge sul ritorno ai campi. Fitofarmaci al centro del dibattito, Rossi: «Non si faccia terrorismo»


di Carlo Bridi


TRENTO. “Noi non molleremo mai ma saremo sempre in prima linea per difendere il futuro delle nostre aziende agricole”. Con queste rassicurazioni Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti ha chiuso ieri davanti ad un teatro Sociale pieno all’inverosimile, e tutto addobbato di bandiere e slogan di Coldiretti, l’edizione del Trentino Alto Adige del tour “Le Raegioni del cuore” organizzato in tutte le regioni italiane da Coldiretti.

Un evento che ha portato in centro città fin dal buon mattino circa 2000 imprenditori agricoli della regione, con una larga presenza di giovani e di donne che hanno scelto l’agricoltura come professione. Erano presenti anche 45 sindaci delle valli trentine, ma anche il sindaco di Trento Alessandro Andreatta. Con una regia molto attenta ed ormai collaudata nelle altre edizioni regionali, la mattinata dopo una full immersion in piazza Italia dove si sposava la tradizione con l’innovazione, autorità e dirigenti di Coldiretti si sono schierati sul palco del teatro, per ascoltare una serie di testimonianze di tre giovani (già intervistati nella nostra rubrica settimanale), che hanno evidenziato i problemi che ogni giorno devono affrontare: dal problema dei prezzi del latte a quello della pesantezza della burocrazia, a quello portato dal dirigente di Giovani Impresa Gianluca Barbacovi, che ha portato il disagio dei frutticoltori nonesi che si sentono costantemente sotto assedio per una pubblica opinione che li condanna nell’uso dei fitofarmaci a prescindere. Ma anche i temi della cooperazione agricola sono stati presentati da tre testimoni previlegiati: Andrea Merz di Trentingrana, Fabio Maccari del Gruppo Mezzacorona per il vino e Alessandro Dalpiaz per la frutta.

Molto soddisfatto il presidente regionale di Coldiretti Gabriele Calliari che ha sottolineato «la grande importanza del ritorno dei giovani all’agricoltura, una professione la nostra che va vissuta con orgoglio, mentre ai nostri giovani devono essere dati i terreni incolti».

Puntuali le risposte ai problemi posti sia dai vertici nazionali che locali di Coldiretti. Affrontando il tema fitofarmaci, Dalpiaz ha affermato: “Non siamo un gruppo di irresponsabili, ma siamo giornalmente impegnanti per una produzione più responsabile e la nostra frutta è molto più salubre di tutte le altre”. Ottima la figura fatta dalla cooperazione agricola trentina, nel confronto aperto e costruttivo con le istituzioni rappresentate dal Ministro dell’Ambiente Galletti, dal vice ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Andrea Oliviero, dal presidente della Giunta Ugo Rossi con l’assessore Michele Dallapiccola e il collega di Bolzano, presente anche l’assessore Carlo Daldoss. Forti e chiare le richieste di Moncalvo, grande mattatore dell’evento: dal credito, alle assicurazioni, (il Trentino agricolo è assicurato mediamente dieci volte di più del resto d’Italia), al sistema di regole, alla pesantezza della burocrazia che costa al settore 1.200.000 giornate di lavoro all’anno, allo spopolamento della montagna, vero baluardo per la conservazione del territorio, ma anche il forte impegno sul fronte di una produzione sempre più salubre. Il presidente Rossi ha rivendicato come il Trentino assieme all’Alto Adige e Val D’Aosta siano le uniche realtà che non hanno avuto l’abbandono della montagna com’è successo nel resto d’Italia dove si sono chiuse 200 mila aziende in vent’anni e si sono persi 2,2 milioni di ettari di superficie agricola con tutti i danni ambientali che ciò comporta. Parlando dell’uso dei fitofarmaci, il presidente ha detto “no ad approcci terroristici: non è vero che nelle nostre valli ci siano più morti da tumore che altrove”.













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