Bénabou demolisce il culto del «bonus»
L’economista della Princeton e i mercati troppo competitivi: «Alla lunga può essere un pericolo»
TRENTO. L’aumento delle disuguaglianze è dovuto anche alle retribuzioni legate alla performance, come i bonus, strumenti nati per incentivare e migliorare la competitività delle aziende ma che comportano anche rischi: una sentenza senza appello quella che esce dall'incontro con Roland Bénabou, professore di economia alla Princeton University, che è intervenuto a palazzo Geremia col giornalista Dario Di Vico. La crescente importanza di questi strumenti è dovuta alla gara fra le imprese per trovare sul mercato competenze e capacità manageriali. Nascono per generare concorrenza e quindi produttività ed efficienza ma il loro culto, che si è diffuso negli ultimi anni, può mettere in discussione l’etica del lavoro e creare problemi per gli investimenti a lungo termine e nella gestione del rischio. «Alcuni mercati del lavoro sono troppo competitivi», ha detto Bénabou. L'aumento delle retribuzioni basate sulle performance sta avvenendo un po' dappertutto. Nei lavori dove è cresciuto questo sistema si rilevano disuguaglianze anche nel campo dell'istruzione. Il passaggio da un sistema a retribuzione fissa a uno a retribuzione variabile, legato alle performance, ha creato una forte propensione a cambiare datore di lavoro, soprattutto nell'ambito bancario e finanziario. Ma gli incentivi hanno avuto anche effetti perversi, modificando la cultura del lavoro, aumentando la propensione a comportamenti non etici o addirittura illegali. Riflessi di questi cambiamenti si sono avuti anche nell'organizzazione delle giornate dei lavoratori e delle loro scelte in termini di investimento più su risultati a breve termine che a lungo. Si verifica anche che i dipendenti più talentuosi propendano per contratti con stipendi più variabili, con maggiori bonus legati ai risultati. «La concorrenza ha un valore - per Bénabou - ma in alcuni mercati del lavoro, molto competitivi e mobili, può rappresentare un pericolo. I pericoli sono più evidenti se l'incentivazione si concentra sulle figure apicali delle aziende». Le performance e i relativi incentivi sono importanti, si arriva a questa conclusione, ma non possono essere l'unico parametro per valutare la qualità del lavoro. Nei settori più globalizzati e più caratterizzati sotto il profilo della specializzazione professionale si verifica inoltre una maggiore propensione alla mobilità dei lavoratori tra aziende diverse e tra paesi diversi.