Violenza sulle donne, la prorettrice Poggio alla Provincia: «Bisogna tornare a lavorare sull'educazione»
Ederle, comandate dei carabinieri: «Lavoro delle forze dell’ordine al fianco di politiche sociali e integrazione». Raimondi: «Inasprire le pene non è un deterrente». Bastarelli: «Il centro antiviolenza luogo di ascolto»
I DATI Violenze, denunce in aumento in Trentino: 477 in un anno
TRENTO. "La Provincia di Trento è un territorio virtuoso da tanti punti di vista, ma credo che si debba tornare a lavorare perché non c'è possibilità di debellare la violenza se non si parte dall'educazione, in un tempo in cui è ancora più importante farlo perché ci sono tutti gli stimoli del digitale e la sessualità la si impara online. Tutto il resto è importante, ma lo è sicuramente molto meno. Proprio perché penso che questo non sia un tema divisivo, ma perché penso che questo sia un tema importante e un collante, invito a riprendere le fila di un discorso". Lo ha detto la prorettrice alle politiche di equità e diversità dell'Università di Trento Barbara Poggio, che nel suo intervento al convegno promosso dalla Provincia in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, nel salutare le autorità e tutti i presenti ha sottolineato l'importanza del fare sinergia per combattere il fenomeno della violenza contro le donne. "Il Trentino non ti lascia sola, è il messaggio di questa giornata. Le istituzioni mettono in campo delle importanti strategie e la volontà di farlo è ancora più forte di fronte a situazioni molto gravi, di cui il nostro territorio soffre perché colpiscono tutta la comunità trentina", ha detto ricordando Ester Palmieri, uccisa a Valfloriana lo scorso gennaio dal compagno da cui si stava separando.
Ha parlato di un lavoro di rete il comandante provinciale dei carabinieri di Trento Matteo Ederle. "Noi crediamo di andare nella direzione giusta, nel senso che questa staticità di dati deve tener conto di una quantità sommersa che oggi in realtà emerge grazie a una serie di attori e ad una rete che facilita la presa in carico di questi casi". “Ci deve essere un lavoro anche al fianco di politiche sociali, di integrazione, di formazione e supporto e comprensione culturale".
Il procuratore Sandro Raimondi ha evidenziato che la nostra Provincia è virtuosa e le istituzioni sono impegnate 365 giorni l'anno, h24. "Non credo che l'inasprimento delle pene sia un deterrente, è importante dare gli strumenti giusti agli operatori, per questo stiamo lavorando con Provincia, FBK e Questura per la costruzione di soluzioni tecnologiche innovative a tutela delle donne vittime di violenza. Il mio invito è fare ancora di più per contrastare una cultura sbagliata e arrivare un giorno a fare del 25 novembre solo un ricordo".
"Venire a un centro antiviolenza non significa denunciare e non significa separarsi, ma significa parlare della propria situazione, con operatrici preparate. Non siamo luoghi decentrati delle forze dell’ordine, il percorso è quello dell’ascolto, che garantisce gratuità, anonimato, riservatezza, costruendo progetti individualizzati", ha detto Barbara Bastarelli del Centro Antiviolenza.
Un servizio aperto h24, le Case rifugio si occupano di situazioni ad alto rischio: "Un luogo sicuro dove donne di qualsiasi condizione sociale ed economica e a prescindere dalle convinzioni culturali o religiose può abitare e essere accolta, ma esiste anche un percorso di accompagnamento successivo qualora permangano bisogni di sicurezza e autonomia", ha aggiunto Jessica Mattarei della Casa Rifugio.
“Le donne sono sempre accompagnate ad essere protagoniste delle proprie scelte, ma esiste anche un percorso dedicato agli uomini”: ne ha parlato Cristina Garniga per il Centro per uomini autori di violenza. "L'obiettivo è la rieducazione, che si rivolge a chi ha una minima consapevolezza di aver agito in modo violento. Il principale motivo di cambiamento è quello di essere un padre migliore e di esempio per i propri figli". Un servizio che è attivo da 15 anni ed opera all’interno di una rete nazionale e europea.