«Ex Cinema Città: mostrate gli atti della sua agibilità»

Levico terme. Il crollo del tetto dell’ex Cinema Città ha colpito molto l'intera comunità levicense che ne ha fatto l'argomento di conversazione ricorrente nei fugaci scambi di battute per strada,...



Levico terme. Il crollo del tetto dell’ex Cinema Città ha colpito molto l'intera comunità levicense che ne ha fatto l'argomento di conversazione ricorrente nei fugaci scambi di battute per strada, ancora possibili in regime di zona rossa.

Il consigliere di opposizione Maurizio Dal Bianco, al proposito, prende posizione in proposito con un comunicato.

«Il periodo è veramente ingrato – scrive il consigliere comunale Maurizio Dal Bianco -, pandemia, nevicata eccezionale, sono eventi che ti logorano psicologicamente, mentalmente e, soprattutto se sei a capo di un’amministrazione ti mettono in grossa difficoltà. È comprensibile». Ma non rinuncia Dal Bianco a chiedere una verifica su quelle che sono state le azioni preventive per quello che lui definisce un «crollo annunciato».

«Apprendo dalla stampa – dice Dal Bianco – che alcuni mesi fa erano state fornire dai cittadini segnalazioni e foto al sindaco, relativamente alla precarietà della struttura, ho quindi chiesto accesso agli atti per capire quali documenti siano depositati in Comune che certifichino l’effettuata verifica della staticità e dell’agibilità dello stabile, visto anche l’utilizzo di alcuni locali che sono stati dati in comodato gratuito. Mi auguro che dopo le segnalazioni dei cittadini dei mesi scorsi, si siano messe in atto tutte le verifiche e i controlli del caso e che un tecnico “strutturalista” abbia dato a suo tempo un parere in merito alla tenuta dell’edificio, ancora prima che le persone avessero accesso ai locali del pian terreno utilizzati dal Consorzio Levico in Centro e soprattutto prima dell’intervento di restyling fatto pochi giorni fa con l’installazione dei pannelli della gigantografia del lago di Levico Terme che forse potranno trattenere l'intonaco cadente, ma non sono una puntellatura che magari sarebbe stata più opportuna e forse costava meno di 8.600 euro». F.Z.













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