Il dovere della memoria tra guerra e pace
ROVERETO. Un grande messaggio di pace è venuto dal forum interassociativo “1918-2018 a cento anni dalla fine della prima Guerra mondiale la Pace è ancora utopia?” organizzato congiuntamente dai...
ROVERETO. Un grande messaggio di pace è venuto dal forum interassociativo “1918-2018 a cento anni dalla fine della prima Guerra mondiale la Pace è ancora utopia?” organizzato congiuntamente dai Distretti del Rotary International 2060 e dall’Innerwheel International 206 a Rovereto nella splendida cornice del Palazzo dell’Istruzione. I ricercatori Pietro Giovanni Trincanato dell’università di Milano e di Paris Est, Elisa Piras dell’istituto Dirpolis della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, il giornalista, scrittore e storico Luigi Sardi ed il vicecomandante delle truppe alpine generale di divisione Massimo Capizzi hanno tracciato ognuno una tessera di un mosaico il cui filo conduttore è stato la pace e di come perseguirla, valore non scontato che va assicurato ogni giorno.
La pace, per Elisa Piras, che è un bisogno imposto all’uomo dalla ragione può essere raggiunta soltanto se volontariamente i governi operano in maniera coordinata per la sua istituzione. Il progetto filosofico kantiano non ha più nulla di utopico. Egli è consapevole della difficoltà di realizzare la pace perpetua, ma ritiene che questa non sia «una vuota idea, bensì un compito che, assolto per gradi, si avvicina costantemente al proprio scopo». Secondo Kant, per quanto tortuoso possa essere il percorso, la pace perpetua è il fine ultimo della Natura/Provvidenza («profonda sapienza di una causa superiore rivolta al fine ultimo oggettivo del genere umano e predeterminante questo corso del mondo») e sarà l’atto finale della storia dell’umanità. Il progetto kantiano è un punto di riferimento per la riflessione liberale pacifista che si è sviluppata dopo la fine della Grande Guerra. Il generale di divisione Massimo Panizzi, vice comandante delle Truppe alpine, ha sottolineato la memoria dei Caduti e ai luoghi di culto sorti per commemorare le gesta e il sacrificio di chi vi prese parte. “Non c'è progresso senza la memoria del passato”, ha affermato il generale. “Da qui l’importanza di ricordare ciò che è stato, quello che noi chiamiamo “il dovere della memoria”. Non si può comprendere appieno l’importanza di valori quali Pace, Convivenza, Libertà, se non si conosce quanto è stato duro, difficile e sanguinoso il cammino che ha portato ad un mondo migliore”. Nel seguito del suo intervento, il generale si è soffermato sull’importanza attribuita alla cosiddetta “memoria condivisa” fra i popoli e al ruolo svolto, oggi, dalle Forze armate italiane nel contesto europeo. Un’evoluzione che vede oggi collaborare insieme eserciti che nel 1914-18 combatterono su opposti fronti.
Ha, infine, concluso la sua allocuzione con un messaggio per i giovani: «L’amore per la Patria si impara. L’invito ai giovani è quello di avvicinarsi ai luoghi sacri del nostro passato. Con passione e rispetto» Il forum è stato inframmezzato dall’esecuzione di alcune canzoni di montagna d’epoca eseguiti da Piergiorgio Lunelli.