Vitalizi, Pensplan «pignora» i consiglieri
Azione cautelare del cda dopo la minaccia di azioni legali del consiglio: «congelati» 6 milioni di quote non restituite
TRENTO. Giovedì l’avvertimento dell’Ufficio di presidenza del consiglio regionale: «Pensplan Invest trasferisca le quote rimaste del Fondo Family o faremo causa». Ieri la decisione (a sorpresa) da parte del cda dell’ente gestore del fondo di investimento che, dopo mesi di braccio di ferro con il consiglio sui vitalizi, ha deciso di procedere con un’azione cautelare, congelando di fatto le azioni di proprietà dei consiglieri, che non hanno voluto restituirle spontaneamente.
Si tratta di 5.975.000 euro che, sulla base della riforma dei vitalizi approvata nel 2014, dovrebbero essere trasformati in quote pubbliche del consiglio regionale. In totale rappresentano poco meno della metà dei 13 milioni che ancora mancano all’appello sui 29,4 milioni complessivi da recuperare. Sono 17 i consiglieri che non hanno messo a disposizione le loro quote, tra cui spiccano i nomi del vicepresidente del consiglio regionale Thomas Widmann (155 mila euro) e di Veronika Stirner Brantsch (170 mila euro), anche lei membro dell’ufficio di presidenza, entrambi componenti dell’ala dura della Svp. Ma ci sono anche l’ex presidente del consiglio regionale Rosa Zelger e i trentini Remo Andreolli e Denis Bertolini. Widmann, come già aveva fatto Margherita Cogo, sosteneva che in base alla legge di riforma del 2014 gli atti di attribuzione delle quote ai consiglieri (previsti dalla legge del 2012) erano nulli e quindi i fondi dovevano tornare in automatico nella disponibilità dell’ente pubblico.
Di fronte al pressing dell’Ufficio di presidenza del consiglio perché sbloccasse le quote, Pensplan aveva fin qui rivendicato di essere «nell’impossibilità giuridica di intervenire e di dare seguito alle insistenti richieste del consiglio» perché «occorre necessariamente attendere l’esito dei giudizi avviati contro il consiglio da alcuni consiglieri».
Lo scorso maggio la prima mossa dell’Ufficio di presidenza: insieme all’ennesima richiesta al gestore, aveva anche inviato una segnalazione alla Corte dei Conti per tutelarsi dal rischio di essere accusato di aver provocato un danno alle casse pubbliche. Due giorni fa la minaccia di «procedere legalmente» contro Pensplan «se non darà dimostrazione di voler ottemperare a quanto previsto dalla legge»: «La legge è chiara - ha ribadito la presidente Chiara Avanzo - e il nostro compito è di farla rispettare».
Ieri la contromossa di Pensplan: «Considerata prioritaria la tutela della posizione della società e l’esigenza di misure a salvaguardia di un interesse più generale, il cda ha deliberato di procedere con azioni cautelari nei confronti di detentori di quote del Fondo Family in forza di atti dichiarati nulli dalla legge regionale 4/2014». «L’azione è espressione del ruolo neutro e tecnico della società, in quanto gestore del Fondo Family, in attesa che venga risolta la vertenza tra le parti. Il provvedimento cautelare, se concesso, non intaccherà in alcun modo la posizione dei partecipanti al fondo».