Vitalizi d’oro, tagli limati: risparmi giù di 2-3 milioni
Si profila una mediazione: applicati i tassi di sconto a cavallo tra 2012 e 2013 . Disegno di legge in aula forse il 2 luglio: ma resta la possibilità del voto segreto
TRENTO. Si profila una mediazione sui tagli ai vitalizi d’oro dei consiglieri regionali: i tassi di sconto saranno applicati considerando per sei mesi le tabelle della Banca d’Italia dell’anno 2012 e per metà quelle del 2013, queste ultime più favorevoli ai beneficiari. Risultato: la scure sarà un po’ meno pesante. Di quanto? «Si va dal 3 al 10%», ha spiegato ieri il presidente del consiglio regionale Diego Moltrer al termine dell’ennesima riunione dell’ufficio di presidenza (alla quale mancavano i due esponenti Svp Thomas Widmann e Veronika Stirner Brantsch, entrambi assenti per impegni istituzionali). Per il via libera all’operazione si attende per lunedì l’ok dell’attuario Riccardo Ottaviani, con i nuovi calcoli delle decurtazioni: la tabella con le cifre di quanto ciascun consigliere dovrebbe restituire c’è, ma con ogni probabilità sarà sostituita da una nuova con numeri più favorevoli.
Il pressing di alcuni consiglieri nella riunione dei capigruppo di mercoledì - Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore), Andreas Pöder (Gruppo Misto) e Veronika Stirner Brantsch (Svp) - sembra dunque aver portato a un compromesso che andrà a limare i tagli. Le contestazioni al disegno di legge dell’ufficio di presidenza avevano riguardato proprio i tassi 2012 della Banca d’Italia, rapportati alla speranza di vita di ciascun consigliere, giudicati troppo penalizzanti per i consiglieri rispetto a quelli applicati da altri istituti di credito e rispetto a quelli del 2013. Ecco allora spuntare la mediazione, applicare cioè i tassi a cavallo tra 2012 e 2013, un passaggio che Moltrer motiva così: «Nell’attualizzazione dei vitalizi contenuta nella legge 6 del 2012 si è preso a riferimento il periodo luglio 2012-giugno 2013, dunque anche nell’interpretazione autentica della legge è su quel periodo che proponiamo di applicare la curva dei tassi». Ma per fugare ogni dubbio circa la volontà di non fare una crociata contro i beneficiari di vitalizi, il presidente del consiglio ha deciso di fare una verifica con le tabelle di altri tre istituti, Itas, Generali e Pensplan, e questo nonostante lo stesso Moltrer - come altri capigruppo in primis quello del Pd Alessio Manica - abbiano ribadito che la Banca d’Italia è il soggetto più autorevole e terzo a cui affidarsi.
Sull’entità delle somme che ritorneranno nelle casse della Regione, Moltrer offre un primo conteggio: 18 milioni di euro saranno recuperati dai tagli alle attualizzazioni (che nella proposta originaria andavano dal 16,7% al 49,7% a seconda delle fasce d’età dei beneficiari); 25 milioni è quanto ritornerà da parte della quarantina di ex consiglieri che - non avendo ancora maturato i requisiti di età per ottenere il vitalizio - dovranno restituire tutto (anticipo e quote del fondo Family); 1,7 milioni saranno recuperati con la riduzione del 20% dell’importo dei vitalizi, infine 500 mila euro è l’ammontare della quota (16 mila euro) che dovrà essere restituita da parte dei consiglieri eletti nella scorsa legislatura che al termine dei 5 anni di consiglio hanno incassato 210 mila euro di contributi versati. Altri 50 mila euro all’anno saranno risparmiati con la riduzione delle indennità di presidente e ufficio di presidenza del consiglio regionale per adeguarsi al tetto dei 13800 euro imposti dal decreto Monti. Il totale dei risparmi è di circa 45 milioni, che verosimilmente si ridurranno a 42-43 milioni se i tassi saranno applicati a scavalco tra i due anni.
Lunedì tornerà a riunirsi l’ufficio di presidenza per definire la nuova proposta che verrà presentata in settimana ai capigruppo e dopo agli ex consiglieri, per altro senza speranze di convincerli a rinunciare ai ricorsi che hanno più volte già annunciato. Se dai capigruppo arriverà il disco verde, il disegno sarà calendarizzato in prima commissione legislativa del consiglio regionale. Il testo potrebbe approdare in consiglio nella tornata del 2-3 luglio, ipotizza Moltrer. E sull’esito della riforma pesa ancora l’incognita del voto segreto. La commissione per il regolamento ha votato per il voto finale palese, ma sui singoli articoli del disegno di legge resta la possibilità, se ne fanno richiesta 5 consiglieri, di chiedere il voto segreto. Dove i franchi tiratori, in primis in casa Svp, potrebbero fare la differenza.
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