economia

Visco: "La crisi? Nata da errori di tutti. Anche di chi doveva controllare"

L'intervento del governatore della Banca d'Italia al Festival: "L'eccesso di crescita della finanza ha contribuito anche a creare disuguaglianza"



TRENTO. La crisi finanziaria globale, che è nata prima del 2007, è stata «generata da errori in vari campi, da parte dei mercati o meglio dagli intermediari finanziari che operano sui mercati, errori dei regolatori, i supervisori delle banche, che ci sono stati in varie parti del mondo, ma direi meno in Italia di quanto si dice, anche se ci sono stati». Così il governatore di Bankitalia Ignazio Visco intervenuto al Festival Economia di Trento e introdotto dal nostro direttore Alberto Faustini, ha sottolineato che «gli errori sono di tutti», anche «delle politiche economiche e degli economisti».

«La Banca d’Italia - ha proseguito il governatore - è un’istituzione che cerca di contribuire a ridurre il rischio della instabilità economica e finanziaria. Il nostro lavoro è quello di prevenire e ridurre le conseguenze», ha aggiunto il governatore, secondo il quale «dobbiamo minimizzare i rischi». «La buona finanza trasferisce risorse dove meglio possono essere utilizzate in futuro. Il problema è che questa finanza non contenga in sè i segni di instabilità».

Per il governatore, quindi, «gli errori sul piano della finanza sono stati relativi alla deregulation di molti Paesi dove la vigilanza sugli intermediari è stata ’light touch’, con ispezioni nelle banche operate con attenzione più rivolte alle auto-regolamentazioni che al controllo di errori grossolani. L'eccesso di crescita della finanza non regolata, che dipende dalla deregolamentazione - che è stata una risposta non solo della finanza, ma di tutti settori dell'economia, a dei fallimenti dello Stato, quando ci fu una fortissima spinta inflazionistica - ha avuto il merito dell'espansione dei mercati, ma oggi parliamo di instabilità sociale e disuguaglianza». 

«La fine della Guerra fredda - ha proseguito il governatore - è il vero spartiacque, quando le grandi potenze facevano la corsa allo spazio e una serie di tecnologie vennero portate all'uso civile. Lo stesso cambiamento climatico è probabilmente legato alla globalizzazione, con tutti i progressi che la globalizzazione ha prodotto. Nel 1990 la popolazione mondiale vedeva 1 miliardi di persone in condizioni di povertà estrema. Ora non sono molte di meno, ma la popolazione è aumentata di 2 miliardi. Gli effetti postivi quindi ci sono, accanto a quelli negativi. La finanza in sé - ha concluso su questo punto - non è né buona, né cattiva, la buona finanza è positiva. Il problema, come sempre, è l'attenzione a che la finanza non contenga in sé i segni per l'instabilità, e in questo caso bisogna ridurla. Se andiamo a vedere la storia nostra, i mercanti italiani hanno inventato le lettere di cambio, il microcredito è un'innovazione finanziaria straordinaria, che in Paesi estremamente poveri ha consentito di ridurre la povertà. Il venture capital, che si diffonderà anche in Europa ha consentito nascita e la crescita di società come Intel, Apple e Google».













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