Violenza sulle donne, cresce il numero degli uomini in cura

Il Comune di Rovereto ha avviato un progetto di formazione e sicurezza per le vittime di reati domestici che coinvolge anche gli “offenders”. Al corso partecipano in sette: sia italiani che stranieri


di Nicola Filippi


ROVERETO. La «violenza nelle relazioni intime” nei confronti delle donne è un fenomeno che riempie le pagine dei giornali. Nei casi più estremi la cronaca racconta casi di “femminicidio”, che nel 2012 in tutta Italia ha registrato 120 casi. Purtroppo numeri in aumento, segnalano gli esperti. In città non siamo arrivati ai casi estremi, ma anche Rovereto non è immune ai casi di violenza, fisica, sessuale, economica e di stalking. Ma da tre anni, il Comune porta avanti il progetto “Donne sicure in una Comunità attiva”. Partito con l’assessore Giovanni Spagnolli, visto il successo dell’azione di prevenzione, anche l’assessore Fabrizio Gerola e il suo staff di collaboratori ha deciso di proseguire il progetto. Implementandolo con nuovi operatori.

Ogni situazione di violenza “nelle relazioni intime” è complessa. Nel progetto sono stati coinvolti diversi attori: la Comunità della Vallagarina, il Centro regionale per la mediazione penale, la cooperativa sociale “Punto d’approdo”, la Fondazione Famiglia materna e Alfid. «La rete ormai è consolidata e robusta e i risultati sono concreti», spiega l’assessore alle politiche sociali Fabrizio Gerola. Il progetto è articolato, spiega Mara Piccolroaz dello staff sociale. Prevede corsi di autostima per le donne vittime di violenze, corsi per i cosiddetti “offenders” (ossia gli autori delle violenze), una cultura del rispetto della donna nei giovani. Finora erano esperti esterni che portavano avanti queste azioni di training anti-violenza, ora il servizio attività sociali di Rovereto ha deciso di formare sul campo i propri esperti. Per questo motivo, il dottor Marco Mozelt del servizio socio-assistenziali, ha affidato l’incarico di collaborazione occasionale alla dottoressa Marcella Pirrone. Avvocato di Bolzano, libera professionista, impegnata nella tutela legale delle vittime di reati di violenza, spiegherà agli operatori le normative penali che regolano i reati di violenza. «Non avendo una normativa specifica da applicare per la formazione dei nuovi operatori, ci stiamo aggiornando a livello internazionale, tanto in passato abbiamo anche avuto una docente spagnola», spiega l’assessore Gerola.

Una parte importante del progetto è «il percorso di consapevolezza degli autori delle violenze - spiega ancora Mara Piccolroaz - è del tutto volontario, suggerito però dai servizi sociali, dal tribunale di sorveglianza, da quello ordinario e dagli operatori del sociale». Si tratta di 28 incontri, una sorta di gruppo di auto-mutuo-aiuto, gestito da esperti. Quest’anno sono ben sette gli uomini che partecipano, sia italiani sia stranieri: «Al contrario di quello che si potrebbe pensare il fenomeno della violenza domestica è trasversale. Anche a Rovereto».

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