«Violentata al luna-park». Arrestato un giovane
Diciottenne denuncia: stuprata mentre era ubriaca. In cella figlio di giostraio. L’accusato si difende: «Mi ha cercato lei, l’abbiamo fatto ma era consenziente»
TRENTO. Violentata dal ragazzo che le piaceva, all’interno di un furgone delle giostre, senza riuscire ad opporsi perché ubriaca fradicia. Una prima volta terribile, che lascia ferite sul corpo e nella mente, trasformando il sogno romantico di una ragazzina appena diciottenne in un incubo: la paura mista a vergogna, il racconto angosciato alla famiglia e poi ai carabinieri, la visita ginecologica a testimoniare l'avvenuto rapporto. Imposto con la violenza secondo la presunta vittima, che dice di avere detto a lui di fermarsi, consenziente secondo il presunto stupratore, che sostiene invece di avere ceduto alla corte di lei.
Una brutta storia, dai contorni ancora in gran parte da chiarire, come spesso accade nei casi di violenza. Anche qui siamo alla parola di lei contro quella di lui e il racconto dei testimoni non sembra bastare a chiarire con certezza quello che è accaduto in quel furgone. Dal quale - allo stato attuale - lei esce sedicente vittima, lui sospetto stupratore.
Teatro dei fatti un luna park in un centro della Val di Fassa, nel mese di giugno. La giovane è assieme a un’amica e si sono appena bevute due bottiglie di alcolici: una sambuca e un limoncino. Lei incontra il ragazzo, si piacciono e l’amica li lascia soli. Poi lui la porta in un luogo riparato e abusa di lei, che invano gli dice di non voler fare l’amore.
Domenica scorsa, a due mesi di distanza, l'arresto del giovane su richiesta di custodia cautelare della pm Antonella Nazzaro. Per il ragazzo l'accusa è pesantissima: violenza sessuale consumata con l'aggravante della “minorata difesa”, cioè della ridotta capacità di reagire della 18enne, causata dal suo stato di ubriachezza. Ieri l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Michele Maria Benini, in cui l'indagato, assistito dall'avvocato Romina Targa, ha fornito la sua versione dei fatti: la ragazzina ha preso l’iniziativa, i due sono stati visti da più persone appartarsi, hanno consumato un rapporto sessuale di comune volontà e poi si sono congedati prendendo ciascuno la sua strada.
Il giudice si è riservato di decidere sulla richiesta di concessione dei domiciliari avanzata dal legale, che contesta il presupposto alla base dell’ordinanza: il pericolo di reiterazione del reato da parte del ragazzo. «Si afferma che è un nomade che potrebbe essere posto nelle condizioni di compiere altri atti simili, mentre è solo il figlio di un giostraio», afferma l’avvocato. «Era in vacanza dal padre, che è separato dalla madre, ma lui vive stabilmente da lei in Veneto, studia e ha appena conseguito il diploma».
Targa chiarisce anche che la ragazza, al momento del fatto, non era minorenne come è indicato in alcuni passaggi dell’ordine di custodia, ma aveva già raggiunto la maggiore età da alcuni mesi.
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