Villaggio Sos, in pensione la supermamma Enrica

Da oltre 25 anni la Archetti si prende cura dei bambini più bisognosi: ha ricevuto il Sigillo della città: «Mai avuto rimpianti per questa scelta»



TRENTO. Quando Enrica Archetti, “mamma” del Villaggio Sos di Gocciadoro, da due mesi in pensione, ha preso la parola subito dopo introduzione e presentazione agli organi di informazione della sua figura da parte del sindaco Alessandro Andreatta, la voce di questa donna timida ma al tempo stesso forte si è incrinata dall’emozione. Il sindaco, infatti, dopo averla elogiata e ringraziata attraverso una convinta e convincente analisi del ruolo sociale ed affettivo del Sos, e dunque delle “mamme”, le ha consegnato il “Sigillo della città”. Quattro “bambini” di Enrica, oggi giovani prestanti e ben piazzati che erano presenti alla cerimonia, invece, le hanno donato un mazzo di fiori.

La signora Enrica ha concluso a fine marzo di quest’anno la sua missione sociale, educativa, ma soprattutto di amore svolta per quasi venticinque anni al villaggio di Gocciadoro nei confronti dei bambini in difficoltà famigliari. Bresciana di origine, Enrica, ora che è in pensione, ha deciso di continuare a vivere a Trento per tanti motivi. Intanto perché qui ha potuto realizzare in pieno la sua aspirazione ad una vita di relazione con la gioventù bisognosa come lo sono tutti i “figli e le figlie” dei villaggi Sos. “Il mio - ha confidato tra l’altro – non è mai stato un lavoro, bensì una vera e propria scelta di vita per la quale non ho mai avuto neanche per un momento alcun rimpianto. Il bilancio è sicuramente positivo. Le difficoltà che ho incontrato sono ben inferiori per numero e per contenuto alle gioie e soddisfazioni che ho provato.” Addirittura, la sua – ha detto - è gratitudine nei confronti di chi le ha dato la possibilità di realizzarsi. Con Enrica e nella sua casa a Gocciadoro sono cresciuti in 25 anni circa venti ragazzi, alcuni dei quali, divenuti adulti, hanno formato una loro famiglia ed altri, quasi riconoscenti dell’affetto ricevuto dal villaggio, sono divenuti loro stessi educatori.

Enrica Archetti, di Montisola (Bs) aveva cominciato qui a Gocciadoro nel 1988 proveniente - scrive una nota informativa del Comune – da un’esperienza in una missione cattolica italiana in Svizzera. Anche questa esperienza è stata per lei estremamente valida. Per due ragioni: è stata a contatto con i figli degli emigranti che dal suo paese natio sono dovuti andare a lavorare all’estero, distacco quindi doloroso, e, secondo motivo, l’integrazione dei nostri emigranti, proprio in Svizzera, che era un obiettivo difficilmente raggiungibile. E da Enrica sono venuti anche parole molto equilibrate ma forti sul difficile ruolo dei genitori. Se il sindaco Alessandro Andreatta ha ripercorso qualche nostalgico ricordo di adolescente come visitatore occasionale del villaggio di Gocciadoro con le emozioni riportate e mai cancellate dalla memoria, il presidente della cooperativa che gestisce il villaggio Giuseppe Dematté ha ricordato brevemente nascita e sviluppo del ruolo sociale del Sos cui i trentini fin dalla creazione del 1963, sono affezionati e solidali devolvendo spesso contributi anche anonimi.













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