sanità

Villa Rosa, l’Azienda snobba la protesta

A fine turno fisioterapisti, infermieri e Oss hanno manifestato a Trento. Un dirigente dell’Apss evita l’incontro uscendo in bici dal retro degli uffici


di Paolo Silvestri


TRENTO. C’erano praticamente tutti gli operatori di Villa Rosa, che avevano appena terminato il loro turno di lavoro, a manifestare davanti alla sede dell’Azienda sanitaria in via Degasperi a Trento. A non esserci invece sono stati i vertici dell’Apss. O meglio, chi poteva esserci, come il direttore generale del personale Paolo Federici, ha pensato bene si salire in bicicletta e sgattaiolare via dall’uscita di servizio che, sul retro del Palazzo Stella, dà su viale Verona senza dare ascolto alle ripetute chiamate rivolte al suo indirizzo da parte di fisioterapisti, infermieri e Oss. Insomma, è mancato il faccia a faccia con i vertici dell’Azienda auspicato dai tanti operatori di Villa Rosa e dai loro rappresentanti sindacali (erano presenti Fenalt e Cisl Funzione Pubblica). Ed anche da parte di chi, come la signora Carmelina Morten che, seduta sulla sedia a rotelle, è scesa da Cles per gridare che «il personale di Villa Rosa è fantastico, è dal 2008 che mi curano. Sono tutti ottime persone e grandi professionisti».

[[(Video) Villa Rosa, protesta all'Azienda sanitaria]]

La mobilitazione dei dipendenti di Villa Rosa è legata all’ampliamento dell’orario che, spiegano «non comporta maggiori prestazioni per l’utenza, ma soltanto disagi per i fisioterapisti da un lato e per infermieri e Oss dall’altro. Ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo di buttare fumo negli occhi dall’opinione pubblica: lo spostamento degli orari di tutti i dipendenti non porterà ad una sola prestazione in più a favore dei cittadini».

In sostanza, si chiede si instauri quel dialogo che fin qui non c’è stato. «Ci sono voluti 30 anni per costruire il Villa Rosa e si vuole riorganizzarlo in un mese senza sentire chi ci lavora». E dunque si chiede «condivisione nelle scelte e non imposizioni da parte di manager arroganti». «Vogliamo garantire la qualità del servizio», dicono i fisioterapisti. «E rispetto per un personale a maggioranza femminile, che ha figli. Lo spostamento degli orari comporterebbe disagi per tantissime famiglie», dicono i sindacalisti Per questo si chiede di riaprire il tavolo della concertazione. Di far ripartire un dialogo che ieri in via Degasperi è stato negato a chi è sceso a far sentire la propria voce senza aver creato problemi al servizio ospedaliero. Ai malati, insomma. E a questo punto cosa succederà? «Andremo da Borgonovo Re a far sentire le nostre ragioni, di certo non ci fermeremo qui», sbottano sindacalisti e operatori di Villa Rosa.













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