Villa Rosa, l’Azienda snobba la protesta
A fine turno fisioterapisti, infermieri e Oss hanno manifestato a Trento. Un dirigente dell’Apss evita l’incontro uscendo in bici dal retro degli uffici
TRENTO. C’erano praticamente tutti gli operatori di Villa Rosa, che avevano appena terminato il loro turno di lavoro, a manifestare davanti alla sede dell’Azienda sanitaria in via Degasperi a Trento. A non esserci invece sono stati i vertici dell’Apss. O meglio, chi poteva esserci, come il direttore generale del personale Paolo Federici, ha pensato bene si salire in bicicletta e sgattaiolare via dall’uscita di servizio che, sul retro del Palazzo Stella, dà su viale Verona senza dare ascolto alle ripetute chiamate rivolte al suo indirizzo da parte di fisioterapisti, infermieri e Oss. Insomma, è mancato il faccia a faccia con i vertici dell’Azienda auspicato dai tanti operatori di Villa Rosa e dai loro rappresentanti sindacali (erano presenti Fenalt e Cisl Funzione Pubblica). Ed anche da parte di chi, come la signora Carmelina Morten che, seduta sulla sedia a rotelle, è scesa da Cles per gridare che «il personale di Villa Rosa è fantastico, è dal 2008 che mi curano. Sono tutti ottime persone e grandi professionisti».
[[(Video) Villa Rosa, protesta all'Azienda sanitaria]]
La mobilitazione dei dipendenti di Villa Rosa è legata all’ampliamento dell’orario che, spiegano «non comporta maggiori prestazioni per l’utenza, ma soltanto disagi per i fisioterapisti da un lato e per infermieri e Oss dall’altro. Ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo di buttare fumo negli occhi dall’opinione pubblica: lo spostamento degli orari di tutti i dipendenti non porterà ad una sola prestazione in più a favore dei cittadini».
In sostanza, si chiede si instauri quel dialogo che fin qui non c’è stato. «Ci sono voluti 30 anni per costruire il Villa Rosa e si vuole riorganizzarlo in un mese senza sentire chi ci lavora». E dunque si chiede «condivisione nelle scelte e non imposizioni da parte di manager arroganti». «Vogliamo garantire la qualità del servizio», dicono i fisioterapisti. «E rispetto per un personale a maggioranza femminile, che ha figli. Lo spostamento degli orari comporterebbe disagi per tantissime famiglie», dicono i sindacalisti Per questo si chiede di riaprire il tavolo della concertazione. Di far ripartire un dialogo che ieri in via Degasperi è stato negato a chi è sceso a far sentire la propria voce senza aver creato problemi al servizio ospedaliero. Ai malati, insomma. E a questo punto cosa succederà? «Andremo da Borgonovo Re a far sentire le nostre ragioni, di certo non ci fermeremo qui», sbottano sindacalisti e operatori di Villa Rosa.