Via al piano antismog con polemica: «Solo cura palliativa»
Borgo, il sindaco Dalledonne commenta: «Obbedisco, ma l’inquinamento maggiore è per la statale e l’Acciaieria»
BORGO. Via al piano antismog: fino a fine marzo il Comune adotta misure restrittive per il contenimento degli inquinanti atmosferici. «Una cura palliativa per l'inverno», che suo malgrado ha dovuto adottare, dice il sindaco Fabio Dalledonne.
Da mercoledì scorso e fino al 31 marzo infatti è in vigore l'ordinanza in cui è istituito il divieto di transito a tutti i veicoli Euro 0, i diesel Euro 1 e i diesel Euro 2 non dotati di dispositivo antiparticolato omologato, i motocicli e ciclomotori 2 tempi su tutte le strade di competenza comunale. Il divieto è esteso, ad esclusione dei residenti di Borgo, anche alle strade provinciali 110, 109 e 40 nei tratti ricadenti all'interno del centro abitato e vale tutti i giorni dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19, escluso sabato e festivi. Sono esclusi dal divieto autobus, mezzi delle forze dell'ordine e di soccorso, veicoli con almeno 3 persone a bordo ed alcune altre categorie. Inoltre è vietato bruciare all'aperto sterpaglie, residui vegetali e di potatura ed è fatto obbligo che il trasporto di carichi polverosi avvenga con la copertura di teli idonei o con la bagnatura del carico. Al contempo si invitano i cittadini al "Rigoroso rispetto dei valori massimi consentiti della temperatura all'interno degli edifici" (ovvero 18°, + 2° di tolleranza per gli edifici di categoria E8 - attività industriali ed artigianali, e 20°+2° di tolleranza per gli edifici delle altre categorie) ed a pulire strade, piazzali, marciapiedi e giardini solo mediante raccolta e spazzamento ad umido.
Si tratta di misure in sintonia col Piano provinciale di tutela della qualità dell'aria, tra le cui aree di applicazione degli interventi rientra anche il Comune di Borgo. «La malattia dello smog in Valsugana, che periodicamente ci affligge, riprende virulenza tra novembre e marzo. Un cancro stagionale, mi verrebbe da dire. Il medico del paese, sindaco pro-tempore, non può far altro che scrivere la propria ricetta, con tanto di ticket da far pagare al già angustiato cittadino», spiega tra l'ironico ed il velenoso il sindaco Dalledonne. Che motiva così la sua ordinanza. «Una cosa stagionale, come la moda! Obbligo, per i Comuni sopra i 4000 abitanti, quindi abbiamo “obbedito“ - aggiunge - Senza polemica osservo che la cura proposta è solo un palliativo. I divieti e le raccomandazioni contenuti nella mia ordinanza, mal si sposano con l'inquinamento prodotto quotidianamente da provinciale 109 (circa 10.000 passaggi/giorno), statale 47 (30mila), ferrovia, industria-Acciaieria, inceneritori domestici». Dalledonne ricorda che è pur vero che l'ordinanza colpisce una ristretta cerchia di mezzi e persone, ma il suo pensiero va a quei censiti che, «anche per difficoltà, si tengono gelosamente la macchina fino a che perde le ruote. Chiaro che laddove la legge mi consente di intervenire, lo farò - conclude - Miracoli di modifica geomorfologica della valle, lotta all'inversione termica e allo schiacciamento delle polveri a terra, sono compiti troppo complessi per le mie capacità e competenze di sindaco».