Vendita di frutta e verdura a picco
La psicosi del batterio killer e il maltempo provocano gravi danni
TRENTO. Mangiar sano addio. Altro che dieta fatta di frutta a verdura. E' bastato un allarme infondato come quello del batterio Escherichia Coli per mandare all'aria anni educazione alimentare, oltre che i bilanci di migliaia di agricoltori e commercianti. Adesso si è scoperto che il batterio non era nei cetrioli, ma nei germogli. Intanto la gente non ha comprato frutta e verdura. In Trentino il calo delle vendite è stato notevole. L'amministratore delegato della Dao, Ivan Odorizzi, l'altro giorno è stato secco: «Abbiamo i negozi pieni di frutta e verdura invenduta a causa dell'Escherichia Coli. E' un danno economico, oltre che un enorme spreco». Se lo dice lui, che è alla guida di una cooperativa di dettaglianti che raggruppa 327 negozi in Trentino con il marchio Conad, vuol dire che la situazione è abbastanza grave. Effettivamente ieri al mercato contadino di piazza Dante di gente in giro ce n'era poca, anche se Enrico Furlani, da dietro il suo banco specializzato in ciliegie e mele, racconta sorridendo: «Sono venute parecchie signore che di solito vanno al supermercato. Ci hanno detto che preferiscono venire qui perché almeno sanno da dove viene la merce. Quella che vendiamo noi è tutta frutta e verdura prodotta in Trentino, quindi qui di rischio batteri non ce n'è». Anche Silvano Merler spiega che non ha notato cali significativi: «La gente continua a venire. Certo, si informa, chiede che prodotti usiamo, ma di noi si fida. Poi, noi i cetrioli ancora non li abbiamo perché quest'anno abbiamo preferito mettere prima le zucchine». Il direttore del consorzio Sait, che rifornisce tutte le famiglie cooperative del Trentino, Luigi Pavana spiega che un calo c'è stato, anche se lo attribuisce a ragioni diverse dal batterio scoperto in Germania: «Noi abbiamo avuto un calo delle vendite di frutta e verdura che è calcolabile nell'ordine del 3 o 4 per cento. Si tratta di una contrazione non drammatica, anche se apprezzabile. Certo, individuarne le cause non è facile. Noi riteniamo che siano dovute ragioni diverse rispetto all'Escherichia Coli. Pensiamo che abbia influito soprattutto il maltempo. Piove quasi ininterrottamente da due settimane e la gente quando è brutto tempo mangia meno frutta. Questo è un dato di fatto. Non solo. Noi l'anno scorso eravamo partiti con una campagna pubblicitaria dedicata al consumo di frutta e verdura. Quest'anno non lo abbiamo ancora fatto proprio a causa del maltempo, quindi pensiamo che il calo sia dovuto anche a questo». Pavana e il presidente del Sait Renato Dalpalù, però, ci tengono a ribadire che la frutta e verdura che si trova nei banchi delle famiglie cooperative sono garantite: «Noi beneficiamo della rigorosa filiera di controlli della Coop. In primo luogo la nostra frutta e la nostra verdura provengono quasi sempre dall'Italia e questo ci dà una garanzia in più. Poi, anche nel caso di frutta che viene dall'estero, noi possiamo contare sui controlli della Coop che sono molto severi e attenti. E' una filiera che dà grandissime garanzie. Tutto è controllato al massimo livello. I nostri fornitori vengono testati e verificati, quindi è molto difficile che si possa verificare una contaminazione della merce che si trova in vendita nei nostri negozi».
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