Valdastico, un tavolo con i sindaci
Rossi: coinvolgeremo i Comuni. E al Pd: «Esame dei tracciati subordinato alle altre nostre richieste»
TRENTO. «Contrarietà assoluta alla realizzazione della nuova autostrada». Sulla Valdastico il Pd trentino resta in pressing, consapevole che la strada sarà tutta in salita perché la battaglia non si gioca con Ugo Rossi e Mauro Gilmozzi ma con un governo e un ministero a guida Pd, pronti a sostenere il prolungamento verso nord della A31 per far ottenere dall’Europa la proroga della concessione alla società autostradale Serenissima. Gli impegni presi a suo tempo con l’Ue subordinano infatti la concessione al completamento della Valdastico, la A4 è già in proroga e lo Stato rischia di perdere la causa per danni per non essersi attivato per tempo con il meccanismo dell’«intesa».
Il ministro Graziano Delrio lo ha spiegato la scorsa settimana a Roma ai vertici Dem trentini. Che nel coordinamento di lunedì sera, allargato a esponenti provinciali e parlamentari, hanno ribadito un no netto all’opera: «La Provincia di Trento è tenuta a partecipare alla procedura dell’intesa (il comitato paritetico con Stato e Veneto, ndr) ma il comitato ha il compito di valutare la rispondenza della Valdastico Nord agli obiettivi strategici dei trasporti indicati a livello europeo, nazionale, interregionale e provinciale. Non ha il compito di individuare quale possa essere il tracciato migliore o quale sia il percorso che meno impatta sul territorio». Una replica a quanto detto lunedì dal ministro in occasione dell’inaugurazione del tratto sud della A31, «dovremo trovare il tracciato compatibile al massimo dal punto di vista paesaggistico e ambientale».
Per il Pd «non si devono perseguire soluzioni tese a limitare il danno di un’opera non necessaria né coerente con l’idea della mobilità sostenibile», «la Provincia deve partecipare all’iter portando le ragioni del no». «Per questo - chiarisce il capogruppo Alessio Manica - abbiamo chiesto al presidente Rossi di riscrivere l’ultima parte del memorandum per il ministro, perché sia chiaro che ogni valutazione di tracciati che ci verranno proposti sarà subordinata ai punti precedenti, la scelta strategica della ferrovia e un’idea di sviluppo che guarda al territorio come alla nostra risorsa primaria». Il governatore Ugo Rossi non si scompone, anzi definisce l’incontro con il Pd «molto produttivo», «c’è il pragmatismo sufficiente per essere molto amministratori». E si dice pronto a limare la bozza «per essere certi che il punto quattro sia assolutamente subordinato ai precedenti». «L’intesa potrà anche voler dire che la Valdastico non si farà».
Ma Rossi, sempre in nome del pragmatismo, guarda anche avanti e manda segnali per rassicurare partiti e amministratori locali, una parte dei quali, da Caldonazzo a Mattarello, è già scesa sulle barricate contro l’ipotesi della nuova autostrada. «Abbiamo deciso che, nel momento in cui il comitato fosse chiamato a valutare soluzioni progettuali, istituiremo un tavolo permanente che lavorerà in maniera parallela, a cui parteciperanno le comunità coinvolte. Un “osservatorio anticipato”», annuncia il presidente. «Noi contiamo che non ci si arrivi», chiosa Rossi. Ma nessuno oggi può escluderlo, e allora meglio tenersi pronti.
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