Val di Susa, roveretani denunciati

Avevano con loro bastoni e altro materiale proibito



ROVERETO. La manifestazione No Tav in Val di Susa ha avuto uno svolgimento pacifico, e viste le premesse è stato un gradissimo risultato soprattutto per chi dimostrava. E non ha visto la forza delle proprie idee scippata della dignità che merita dall'azione dei violenti.

In gran parte è stato probabilmente merito degli organizzatori ma se il corteo non è degenerato è stato anche grazie all'azione preventiva delle forze dell'ordine, che hanno «filtrato» gli arrivi in vallata controllando a tappeto i personaggi più sospetti. Un'azione imponente: 747 persone identificate su strade, autostrade e ferrovie e 491 veicoli ispezionati. Il bilancio è di 11 denunciati: tutte persone che sono risultate in possesso di materiali incompatibili con una manifestazione pacifica. Bastoni di legno chiodati, maschere da sub (per proteggere gli occhi dai lacrimogeni), occhiali e maschere protettive di tipo diverso, tronchesi, guanti, paracolpi imbottiti, cesoie, caschi e parrucche. Oltre a magliette e bandiere nere che sono ormai la divisa d'ordinanza dei violenti.

Tra gli 11 denunciati, anche dei roveretani, dei quali non sono state per ora fornite le generalità. Che come era successo a Roma, dove è stato arrestato solo una settimana fa Piefelice Perbellini, si proponevano di entrare nella «forza d'urto» violenta del corteo. Gli altri provenivano da Mantova, Bergamo, Cuneo, Vercelli, Verona e Biella. Il materiale illecito è stato sequestrato.













Scuola & Ricerca

In primo piano