Università, taglio ai costi ma al via le stabilizzazioni

Accordo con la Provincia sul patto di stabilità: stabili le spese per investimenti e ricerca. Turn over, il 30% vincolato a mobilità anche dalle Province soppresse


di Chiara Bert


TRENTO. Anche l'Università è chiamata a compartecipare al patto di stabilità: lo farà con tagli ai costi (ma restano stabili le spese per la ricerca e gli investimenti) e un tetto al turn over del personale. L'assessora provinciale all'università e ricerca Sara Ferrari ieri ha presentato alla quinta commissione lo schema d’intesa tra la Provincia e l’ateneo trentino, che fissa gli obblighi e vincoli a carico dell’Università, finalizzati a garantire il concorso al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica. In questo momento, ha spiegato l’assessora, il piano della ricerca è al vaglio dei soggetti interessati ed entro fine giugno potrà essere completato l’iter. È in arrivo anche l’atto di indirizzo triennale.

L’accordo sul patto di stabilità contiene una serie di azioni di razionalizzazione della spesa che l’Università è obbligata a sottoscrivere con la Provincia entro il 31 maggio di ogni anno, pena l’adeguamento all’accordo nazionale. Per quanto riguarda il controllo dell’indebitamento, l’ateneo non potrà stipulare mutui eccezion fatta per il finanziamento del piano di edilizia universitaria. Per quanto riguarda la nuova biblioteca universitaria in costruzione alle Albere, l’assessora ha chiarito che essendo l’opera finanziata attraverso Patrimonio del Trentino, non rientra dunque in questo accordo, pur pesando sulla Provincia in termini di indebitamento.

Sui limiti alle assunzioni di personale, per quanto riguarda docenti e ricercatori il turn over è garantito al 100% rispetto al personale andato in pensione nel 2014. Per il personale tecnico amministrativo il limite è invece del 50% (contro il 20% dell’anno scorso): la novità è che con questa intesa si introduce una clausola prevista a livello nazionale, ovvero che il 30% delle nuove assunzioni è vincolato a procedure di mobilità dalla Provincia o dalle altre Province soppresse con la legge Delrio. L’assessora Ferrari chiarisce che «l’ateneo è sottoposto al vincolo dettato dalla legge di stabilità in quanto ateneo statale ma la quota per assorbire personale in mobilità da Province soppresse riguarderà al massimo una persona». Al contempo - sottolinea l’assessora - l’accordo prevede che l’ateneo trentino predisponga un piano di assunzioni per stabilizzare il personale precario con almeno tre anni di anzianità secondo una specifica procedura di valutazione: l’operazione non comporterà costi aggiuntivi perché sarà compensata da una riduzione del personale a tempo determinato.

I costi per il personale non possono superare il 65% della spesa complessiva: bloccati i rinnovi contrattuali e gli aumenti Istat, ma il personale tecnico-amministrativo potrà beneficiare del fondo per la produttività.

Vengono introdotte misure di contenimento dei costi comuni (per servizi, materiali, oneri di gestione) e i costi per affitti e noleggi dovranno essere tagliati del 30% rispetto alla media 2011-2013. Restano invariate le spese in ricerca, alta formazione e investimenti: rispondendo ai dubbi dei consiglieri, Ferrari ha spiegato che per la ricerca la Provincia stanzia un finanziamento totale garantito di 112 milioni di euro, «una certezza che credo nessun’altra Università italiana possa vantare». Infine l’ateneo ha l’obbligo di avvalersi dei servizi offerti dalle agenzie e dagli enti strumentali della Provincia se questo risulta vantaggioso dal punto di vista economico.

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