l’appalto

Una gara nata sfortunata piena di intoppi e incertezze

TRENTO. Un bando sfortunato, ma anche pieno di intoppi, quello del Not. Intoppi e scelte che poi la Provincia si è rimangiata. A partire dalla formula dell’appalto per arrivare alla localizzazione,...


di Chiara Bert


TRENTO. Un bando sfortunato, ma anche pieno di intoppi, quello del Not. Intoppi e scelte che poi la Provincia si è rimangiata. A partire dalla formula dell’appalto per arrivare alla localizzazione, dalle ex caserme a Mattarello.

Project financing. Lo studio di fattibilità del Nuovo ospedale Trentino porta la firma del dirigente del Dipartimento Lavori pubblici della Provincia Raffaele De Col, dell’architetto Andrea Pisetta e dell’ingegner Giuseppe Comoretto, dirigente dal 2011 dell’Area tecnica Azienda sanitaria e, in precedenza, per 12 anni, dal 1995 al 2007, dirigente di Impregilo, l’azienda che guidava la cordata che poi ha vinto la gara prima delle sentenze di Tar e Consiglio di Stato. Tutta la terza parte dello studio di fattibilità si spende in maniera molto evidente a favore della formula del project financing. Lo studio spiega che il costo totale del Not è di 300 milioni, 160 già stanziati mentre per i restanti 140 milioni veniva ipotizzato un mutuo di 25 anni con rate annuali di 10,8 milioni a un tasso del 6%. A questo esborso si aggiungevano oneri per 125 milioni per arredi, progettazione, oneri di organizzazione. Secondo lo studio di fattibilità tutti questi oneri sarebbero stati sostenuti dai vincitori del bando. Inoltre si spiegava che parte del bando poteva essere finanziato da Cassa Depositi e Prestiti. Il project financing veniva descritto come molto conveniente. Ma all’epoca erano già note le conclusioni della V commissione del Consiglio regionale del Veneto che aveva mostrato come il project financing per la costruzione del nuovo ospedale di Mestre fosse stato tut’altro che conveniente. E dire che il Tir (ovvero tasso interno di rendimento ottenuto dal vincitore del bando) a Mestre era del 6,95 per cento. Nel bando per il Not si calcolava un Tir molto più sconveniente per l’ente pubblico dell’11,6 per cento. Come si sa, poi, la giunta ha cambiato idea e sembra propensa a percorrere la strada di un appalto normale. Questo anche grazie a un finanziamento della Bei all’1,75 per cento all’anno. Un tasso che permetterebbe alla Provincia di indebitarsi senza svenarsi, anche se il livello totale del debito è già oltre il miliardo e mezzo.

Il bando. Altra punto che ha attirato l’attenzione è il fatto che nel bando si assegnassero 70 punti agli elementi qualitativi, come la qualità tecnica del progetto, mentre solo 30 punti venivano riservati alla parte quantitativa, ossia agli aspetti economici. Questo ha permesso all’Impregilo di vincere nonostante la sua richiesta per la gestione annua della struttura non fosse la più economica. Però Impregilo aveva ottenuto tutti i 70 punti in palio per la parte qualitativa, mentre Pizzarotti ne ottenne 49,71.

La commissione. L’intoppo che però ha portato alla bocciatura dei giudici è stato il fatto che nella commissione di gara fossero presenti, in violazione dell’articolo 84 del codice degli appalti, Luciano Flor e Livia Ferrario che avevano partecipato ai lavori di preparazione del bando. (u.c.)













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