Truffa e rimborsi sanitari: giro di contanti sospetto
Maria Angelica Cappelletti avrebbe prelevato dai conti suoi e dell’azienda più di 208 mila euro. Un errore informatico fa slittare di mesi il processo
TRENTO. Un giro di contanti e di assegni interni di 208 mila euro prelevati in cinque anni dai tre conti correnti gestiti da Maria Angelica Cappelletti. Una somma che ipoteticamente l'ex impiegata accusata di avere sottratto 2 milioni e 300 mila euro all'Azienda sanitaria avrebbe potuto utilizzare per riempire le buste di denaro che la 52enne di Covelo ha detto, in una precedente udienza, di avere consegnato a un suo ex superiore. Nessun riscontro concreto in questo senso è però emerso dai dati contabili illustrati ieri in aula da un militare della Finanza, chiamato a comparire come testimone nel processo per truffa a carico del marito della funzionaria, Mauro Biasiolli, e del fratello Eugenio Cappelletti.
Era stata la donna, ex capo dell'ufficio rimborsi dell'Azienda, a dichiarare di avere versato al dirigente mazzette da 2-3-5 mila euro per un totale che a suo avviso poteva oscillare fra i 400 e i 500 mila euro. Tuttavia, parlando del primo conto, intestato alla Cappelletti e al marito, il finanziere ha detto di non avere trovato alcun prelievo da 5 mila euro, uno solo da 4 mila, alcuni da 3 mila e un paio da 2.500. Il totale prelevato nel periodo sondato (primo gennaio 2006 – fine aprile 2011) è stato di 172.760 euro.
Vanni Ceola, l'avvocato dei due imputati, ha osservato come non fosse affatto detto che ad ogni “busta” (se mai fosse esistita) corrispondesse un analogo prelievo. Il militare si è detto d’accordo precisando che sono stati registrati molteplici assegni interni (prelievi di contante) di piccoli quantitativi di denaro: 2 e 300 euro. Dal secondo conto, intestato alla Cappelletti Augusto impresa edile, i prelievi nello stesso periodo di contanti e assegni sono ammontati invece a 14.760 euro, mentre dal terzo, intestato alla Cappelletti Costruzioni Sas, a 21 mila.
Ma ieri si è parlato anche di soldi in entrata sugli stessi conti, che la Cappelletti avrebbe sottratto all'Azienda: nel periodo 2000-2005, la funzionaria risulta avere fatto 60 bonifici per un totale di 429.126 euro.
Perché queste verifiche? Ciò che più contava ai fini del processo a carico dei suoi familiari – ha sottolineato Ceola - è che nessun trasferimento di denaro risulta dall'aprile 2005 al gennaio 2007. L'ex capo dell'ufficio rimborsi aveva infatti affermato di avere deciso di smettere i trasferimenti illegali nel 2005, con l'intenzione di confessare tutto. Avrebbe cambiato idea però nel 2007, davanti alle pretese del suo superiore. La ricostruzione effettuata ieri aveva infatti tra i suoi obiettivi quello di dimostrare l'attendibilità di Maria Angela Cappelletti, che aveva escluso responsabilità dei parenti nella truffa da lei compiuta.
Il processo ieri ha registrato anche un colpo di scena di carattere “tecnico”. La pm Licia Scagliarini si è accorta di un errore informatico e materiale nel capo di imputazione, che ha sfasato la corrispondenza tra i beneficiari delle somme (con i relativi numeri di pratica e date) e i conti correnti con gli importi. Ha quindi preteso che sia corretto con la massima precisione. Questo però ha fatto saltare la requisitoria e le arringhe previste ieri. Il giudice Avolio ha disposto il rinvio a giovedì prossimo, per un'udienza in cui saranno solo verificate le modifiche ai conteggi, mentre le conclusioni slitteranno probabilmente a novembre. Resta da capire se errori analoghi siano stati commessi nel capo di imputazione del processo a carico della stessa Maria Angelica Cappelletti, che si sta tenendo con il rito abbreviato davanti al gup Benini.
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